Trilogia steampunk, di Paul Di Filippo

Per la serie dedicata alla riscoperta di vecchi classici ecco una breve e interessante recensione di Antonello Perego su un libro che anch’io ho molto apprezzato, quella Trilogia Steampunk di Paul Di Filippo che la Delos Books ha riproposto un paio d’anni fa.

La trilogia Steampunk
Autore: Paul Di Filippo
Titolo originale: The Steampunk Trilogy
Cover: Luca Oleastri
Traduzione: Salvatore Proietti
Delos – Odissea di Fantascienza 52

Paul Di Filippo, scrittore di fantascienza eclettico, ha al suo attivo moltissimi racconti e romanzi brevi,  soprattuttto del genere steampunk, che sembra essergli molto congeniale. Oltre a questo libro in Italia sono usciti “Un anno nella città lineare” e il seguito “La principessa della città lineare” (per Delos), mentre su Urania è apparsa recentemente un’antologia che prende il titolo da uno dei racconti,  “Vendesi tempo, affaresicuro”. Su Delos Digital sono usciti inoltre diversi racconti, “Il demolitore di astronavi”, “Bleb”, “Solomon Kane: Fenomeni osservabili” e “La singolarità ha bisogno di donne!”.
Il libro in oggetto è  composto di 3 romanzi brevi, con ambientazioni e personaggi diversi:

1) Vittoria
Nel primo racconto uno scienziato crea un tritone in forma umana e identica alla Regina Vittoria,. Il tritone viene usato in una casa chiusa, ma quando la vera Regina Vittoria fugge il Primo Ministro chiede allo scienziato di poter usare il tritone al posto della Regina per evitare scandali,  giusto il tempo per ritrovare la regina Vittoria. Il protagonista ovviamente non si ferma a prestare il tritone ma inizia a cercare egli stesso la regina Vittoria, con avventure e disavventure in una fantastica Londra del XIX secolo.

2) Ottentotti
Nel secondo racconto un naturalista svizzero estremamente sciovinista e razzista (siamo sempre nel secolo XIX) si trova ad avere a che fare con personaggi dubbi. Insieme a loro va alla ricerca di un feticcio, la “venere ottentotta”, rubata in un museo europeo. Purtroppo per loro non sono gli unici a ricercare questo prezioso feticcio: devono trovarlo per primi in modo da evitare che sia utilizzato per scopi malvagi. Il racconto è esilarante: il protagonista inoltre dichiara di essere in contatto epistolare col personaggio del primo racconto. Il finale è veramente delizioso e umoristico.

3) Walt ed Emily
Due celebri personaggi storici del mondo letterario americano, Walt Whitman ed Emily Dickinson, sono i protagonisti del terzo racconto. Emily incontra Walt, che fa parte di un gruppo dedito a una spedizione incredibile. Emily decide di partecipare e insieme a loro parte per questo viaggio nella terra dei morti, il tutto a metà tra lo scientifico e il paranormale, con l’aiuto di uno scienziato, William Crookes (un fisico e chimico dell’ottocento, personaggio reale anch’egli), e di un veggente e una medium. Viaggio surreale, strano, ma con un certo fascino. Durante il viaggio sboccia l’amore tra Emily e Walt, ma anche questo sfuma subito dopo.

 

I primi due racconti sono molto divertenti e ben scritti. I personaggi sono descritti con attenzione e dovizia di particolari, con personalità di spessore. Hanno difetti a volte esagerati, come la convinzione della purezza ariana da parte del dr. Agassiz, il naturalista del secondo racconto (siamo nel 1800 e quindi ciò è anche plausibile). Altra fisima del naturalista è quella di menzionare il nome scientifico invece del nome comune di animali e insetti.

Nel primo racconto la Londra del XIX secolo è descritta meravigliosamente: smog fumoso, sporcizia e immondizia incluse, ragazzini cenciosi che ramazzano le strade per far passare i benestanti in cambio di un penny.

Nel racconto Walt e Emily ci sono brani e riferimenti tratti dalle poesie dei due autori. Racconto più serio e ispirato, direi quasi poetico. Una storia dove scienza e occulto si incontrano e si scontrano in un viaggio impossibile.

Questo racconto non sembra proprio steampunk; forse qualche dettaglio qua e la, mentre Vittoria e Ottentotti ne mostrano tutte le caratteristiche. Non sono quindi d’accordo con quanto asserito da Salvatore Proietti, curatore e traduttore del libro, nella prefazione al volume (“questo non è un libro steampunk). Per me è invece assolutamente steampunk; anzi, direi che è uno dei migliori esempi del genere in circolazione.