UCZ #136 – Le montagne volanti, di Poul Anderson

“Le Montagne volanti” (Tales of the Flying Mountains, 1970), pubblicato su Urania Collezione nel mese di maggio di quest’anno, è l’epopea dell’Uomo alla conquista della fascia degli asteroidi situata tra Marte e Giove.

Poul Anderson narra le vicende dell’Uomo attraverso storie di uomini diversi in momenti storici diversi. “Le Montagne volanti” è formato dall’unione di 7 racconti scritti tra il 1963 ed il 1970: i racconti sono intramezzati da interludi scritti ad hoc da Anderson (insieme ad un prologo ed a un epilogo) nel 1970, dietro richiesta e pressione del suo editore che voleva pubblicare i 7 racconti in un unico volume, trasformandolo in una sorta di romanzo ad episodi. Anderson effettivamente non era particolarmente soddisfatto di questo ciclo di racconti, che in un primo momento fu quindi messo da parte per lasciare spazio a cose che invece soddisfacevano il buon Poul, (nello specifico si dedicò a diverse storie del ciclo della Storia Polesotecnica).

Sarà che ho un debole per Poul Anderson… ma io sono rimasto estremamente soddisfatto da questa lettura: Anderson ha grande stile, gran classe. Leggerlo è sempre un piacere e tra le righe delle sue storie c’è sempre tanto da scoprire.

Fantastico l’espediente adottato da Anderson per raccordare le varie storie: nel prologo ci troviamo a bordo dell’Astra, un’enorme astronave che ha come destinazione Alpha Centauri. L’Astra è la prima astronave umana a lasciare il sistema solare: il suo viaggio durerà mezzo secolo e saranno i figli dei membri dell’equipaggio a dover domare e conquistare i pianeti extrasolari. I membri del consiglio dell’Astra si trovano in riunione per decidere come raccontare la Storia dell’umanità a coloro che nasceranno sulla nave, figli dello spazio che necessitano di solide radici. Cosa raccontare loro? Potranno capire l’essenza di quanto accaduto su una Terra che loro non potranno mai conoscere? Si può, attraverso la storia, trasmettere un’etica, dei codici universali di comportamento, trasmettere in ultima analisi l’indomito spirito umano sempre pronto a spingere un po più in là il confine dell’ignoto? Questi sono gli stimolanti quesiti che ci introducono alle storie de “Le Montagne volanti”.

I membri del consiglio dell’Astra, provenienti per lo più dalla Repubblica degli Asteroidi, si confrontano su questi temi e raccontano, a supporto delle loro ragioni, delle storie; storie di personaggi ai margini che casualmente si trovano là dove a volte cambia il corso della storia o dove ha inizio qualcosa che irrefrenabilmente coinvolgerà tutto il resto.

Apprenderemo di come la girogravitica salvò la NASA dall’oblio, di come vennero conquistati i primi asteroidi, di come la Repubblica degli Asteroidi diventò independente, di episodi di guerra e di relazioni diplomatiche tra Terra ed Asteroidi, di grandi uomini coraggiosi disposti a rischiare la vita tuffandosi nell’Inferno di Giove per raccogliere composti chimici essenziali al progresso della razza umana… tutto ben sviluppato, credibile, narrato egregiamente.

Affiora anche una critica, nemmeno tanto velata, allo stile di vita occidentale (e non solo…), alla politica delle Nazioni che contano, alle lobby di potere, alle consuetudini dei grandi dell’economia, alla burocrazia, all’omologazione, alle divisioni politiche e sociali.

Certamente il ciclo de “Le Montagne volanti” non è tra le opere più importanti di Poul Anderson, ma ha un suo innegabile fascino, riesce a portarti lassù, nella notte piena di Soli…dove anche il lettore riesce a ritrovare se stesso.

“...rivelare la verità nuda e cruda sul motivo che ci ha condotti qui?” “Si, perchè l’unica cosa che conta è il fatto che SIAMO QUI“, ed il “qui” di Anderson è un luogo meraviglioso, un Universo-liquido amniotico che ci nutre e ci dà la forza, che non è una destinazione ma è semplicemente l’inizio del viaggio. Un viaggio nello spazio profondo… un viaggio nel nostro essere più intimo… infine siamo tutti fatti di Stelle!

“Le Montagne volanti” di Poul Anderson (Tales of the flying Mountains, 1970), traduzione di Roberta Rambelli, copertina di Franco Brambilla, Arnoldo Mondadori Editore, Urania Collezione del Maggio 2014.