UCZ #148 – La ballata di Beta-2, di Samuel Ray Delany

Una spedizione interstellare disastrata, un remoto sistema solare colonizzato dai discendenti dei terrestri, una cultura refrattaria a ogni contatto con l’esterno e isolata nei gusci di dodici vecchie astronavi… 

“The Ballad of Beta-2 è un’opera avventurosa nel senso più completo della parola; ma ricca, piena, intensa. Il mondo complesso e multiforme delle dodici astronavi è ricostruito con intelligenza dall’interno, senza risparmiare le frecciate polemiche verso il mondo contemporaneo (il dibattito sui rituali, ad esempio). Qualche brano è, a nostro parere, niente di meno che un capolavoro di perfezione: l’incontro di Leela con il Distruttore, o le poche pagine finali del diario di Hodge, tanto intense quanto assolutamente virili. La soluzione è di un’estrema originalità, con la chiave di volta rappresentata dalla solitudine di un essere.” 

-Vittorio Curtoni e Gianni Montanari-

(dalla Quarta di Copertina)

 

Tra le varie categorie presenti all’interno del Nebula Award una delle più importanti e prestigiose è indubbiamente il Grand Master Award (che dal 2002 ha assunto il nuovo nome di “Damon Knight Memorial Grand Master Award“), premio che viene assegnato a quegli autori che hanno dedicato la loro vita alla Science Fiction o al Fantasy raggiungendo grandi risultati.

E’ di pochi giorni fa la notizia che il Nebula Award 2015, per la categoria “Grand Master Award”, è stato assegnato a Larry Niven.

Larry Niven è uno dei grandi autori di SF purtroppo ancora assenti su UCZ; chissà…magari il conseguimento di questo prestigioso premio potrebbe essere celebrato con un bel numero di UCZ dedicato al papà di Ringworld !!

Nel 2014 il Grand Master Award è stato assegnato a Samuel R. Delany; l’autore NewYorkese entra così in una ristretta e prestigiosa cerchia di autori, accanto a miti del calibro di Clifford D. Simak, Robert A. Heinlein, Fritz Leiber, Ray Bradbury, Arthur C. Clarke, Alfred Bester, Poul Anderson, Brian W. Aldiss, Robert Silverberg, Philip J. Farmer ed Isaac Asimov (tra gli altri).

Samuel Ray Delany e la Ballata di Beta-2

Samuel R. Delany è nato ad Harlem, New York, nel 1942. Ha una formazione scientifica ma si è dedicato spesso e volentieri all’arte, alla letteratura, alla musica (suona la chitarra negli The Heavenly Breakfast) ed alla poesia (la moglie, Marilyn Hacker,è una nota ed apprezzata poetessa); è anche stato professore di Letteratura comparata,scrittura creativa e Letteratura Inglese presso diverse università Statunitensi. Ha anche dedicato molto del suo tempo all’attività di critico letterario e nel 1985 ha ricevuto il Pilgrim Award per il complesso del suo lavoro critico.

Il background di Delany è estremamente vario e sfaccettato: un intellettuale con lo spirito del vagabondo, sessualmente aperto e forse anche ambiguo (sia lui che sua moglie sono bisessuali), una vita piena di avvenimenti ed esperienze particolari… tutti elementi che ritroviamo nelle sue storie, mai banali ma, al contrario, ricche di significato. Una volta Juditt Merril dichiarò (a proposito del romanzo “Nova“): “E’ così accattivante e facile alla lettura che si tende a dimenticare come ogni sua parola sia profondamente meditata“; nei romanzi di Delany quella che sembra “semplice avventura” nasconde, in realtà, una dimensione più intima, profonda e meditata.
Vincitore di 4 Nebula Awards, 2 Hugo Awards, del Grand Master Award della SFWA, e di svariati altri premi “minori”, è inoltre uno dei 79 autori che per merito figurano nella Science Fiction and Fantasy Hall of Fame.

Molte delle opere di Delany mescolano Fantasy e Science Fiction, dal suo primo romanzo, “I Gioielli di Aptor“, passando per la trilogia deLa Caduta delle Torri“, fino agli ultimi romanzi del ciclo di Neveryon.

Delany ha sempre mostrato particolare interesse per la mitologia, la poesia, il linguaggio e la comunicazione ed i suoi romanzi sono spesso una sintesi degli stilemi propri della SF raccontati con uno stile “non fantascientifico”, una lunga ricerca espressiva che porta ad uno stile ed un linguaggio ricercato, particolare, molto evocativo e “cinematografico” (il modo in cui “stacca” tra una scena e l’altra fa pensare al grande Alfred Elton Van Vogt);

La Ballata di Beta-2“, uscito nel 1965, si colloca subito prima del periodo d’oro della Science Fiction Delanyana più pura (periodo che va dal 1966 al 1968 e durante il quale videro la luce “Babel-17“, “Nova” e ” The Einstein intersection“). Il romanzo ruota intorno a una Ballata, appunto, che è l’unica testimonianza di uno sciame di 12 astronavi partite per un lunghissimo viaggio che sarebbe durato diverse generazioni. I passeggeri delle astronavi, il Popolo delle Stelle, a causa del lungo isolamento e delle radiazioni presenti sulle astronavi vanno incontro ad una degenerazione (o meglio ad un cambiamento) e, in maniera simile a quanto accade in “Universo” di Robert A. Heinlein (uno dei primi romanzi/racconti incentrati sulle “Astronavi Generazionali”), tutto il sistema sociale, etico, morale e religioso va incontro a profondi mutamenti. Il linguaggio, l’idioma e dunque il significato dei vocaboli, sono ( o per lo meno questo è quello che dice Delany) profondamente connessi alla parte più intima della razza che le crea, modifica o definisce. Gia in “Babel-17” Delany parlava di una potentissima arma che altro non è che una lingua aliena (la Babel-17, appunto); un’arma perchè incredibili vocaboli di quella lingua aliena permettono di fare cose per noi impensabili o di risolvere problemi apparentemente insormontabili. Ne “La Ballata di Beta-2” la parola, il linguaggio, non hanno questa forza ma ci troviamo comunque di fronte ad una lingua solo apparentemente comprensibile ma in realtà profondamente diversa da quella originaria. Joneny, il protagonista del romanzo, partirà per andare a visitare i resti delle 12 astronavi e cercare di saperne di più su “La ballata di Beta-2” e su ciò che è successo al Popolo delle Stelle (più giu trovate il testo della Ballata, provate a leggerlo e vedrete che ciò che vi sembra possa significare…è completamente sbagliato).
Le scoperte che farà Joneny saranno sensazionali…..

Un bel romanzo, ben scritto, molto piacevole e scorrevole nella lettura. Personalmente avrei gradito un maggior sviluppo di alcuni personaggi e qualche notizia in più sul Popolo delle Stelle nonchè sulle nuove entità biologiche che Joneny incontrerà sulle astronavi; a questa storia particolare ed al suo linguaggio ricercato ed a tratti sperimentale, Delany riesce a dare anche quel Sense of Wonder caratteristico della SF degli anni ’40 e ’50.

Harlan Ellison ha dichiarato: “L’importanza di Delany non si limita al campo della fantascienza, è un autore significativo per la narrativa in generale.“.

E Judith Merrill: “L’immaginazione e la poesia di Delany hanno una forza che può essere paragonata solo a quella di Sturgeon, Ballard, Vonnegut e Cordwainer Smith.“.

Insomma, un grande autore. Da leggere !

La Ballata di Beta-2

Poi qualcuno giunse alla Città,
Sulla sabbia con i lucidi capelli al vento,
Con gli occhi di nero carbone e i piedi piagati,
E sotto le braccia un bimbo dagli occhi verdi.
Tre uomini fermi sulle mura della Città,
Uno era basso e due erano alti,
Uno aveva una chiara tromba d’oro
E la suonò così tutti avrebbero sentito
Qualcuno era giunto alla Città,
Sulla sabbia… etc.
Una donna la vide da un banco del mercato,
Le lacrime come diamanti sulle guance,
Un occhio era cieco, lei non poteva parlare
Ma udì le guardie della Città chiamare

 Lei era giunta alla Città,
  Sulla sabbia… etc.
Un uomo si fermò sulla porta del tribunale
Per sentenziare come sempre aveva fatto,
E quando udì le guardie della Città gridare,
Disse: “È tornata alla Città per morire”.
Sì, lei è tornata alla Città,
Sulla sabbia… etc.
Un altro uomo si fermò sulla collina Capo di Morte,
Il viso mascherato, le mani ferme.
Sulle spalle portava una corda
E rimase fermo sul pendio Capo di Morte.
Sulle mura della Città tre gridarono: “Via!
Torna alla Città un altro giorno”.
Ma sotto di loro la donna rimase.
Sono tornata come avevo detto avrei fatto,


Sì, sono tornata alla Città,
Sulla sabbia con i lucidi capelli… etc.

Una volta mi mandaste in un lungo viaggio,

Per trovare colui dagli occhi verdi che vi fece come siete
E ho frugato la Città e le sabbie del deserto,
E non ho trovato nessuno che ne avesse colpa.
Ma sono tornata alla Città,
Sulla sabbia… etc.
Camminò tra i cancelli e i bimbi gridarono,
Camminò nel mercato e le voci morirono,
Camminò oltre il tribunale e il giudice in silenzio,
Camminò fino alla cima di Capo di Morte.
Giù dalla collina corse l’uomo con la corda,
Per incontrarla ai piedi del pendio Capo di Morte,
E lei guardò la Città e si girò con un sorriso.

Una donna da un occhio solo

portava il suo bimbo dagli occhi verdi.
Fuoco e sangue, carne, sterco e ossa,
Giù in ginocchio; acciaio, pietra e legno
Oggi sono polvere, e la Città è scomparsa,
Ma lei torna indietro come aveva detto avrebbe fatto.
Sì, lei torna alla Città,
Sulla sabbia con i lucidi capelli al vento,
Con gli occhi di nero carbone e i piedi piagati,
E sotto le braccia un bimbo dagli occhi verdi.

                     Sfogliando l’UCZ #148

Samuel Ray Delany non è un autore nuovo per UCZ; uno dei suoi romanzi più noti, “Babel-17“, è stato pubblicato sull’ UCZ #056, uscito nel Settembre del 2007 (e presto ne parleremo).

* * *
“Approfittando della brevità del romanzo di Samuel R. Delany, abbiamo messo insieme una serie di saggi e articoli dalla forza non comune….” (Tratto dalla “Nota del Curatore”, pag.106).  

La Ballata di Beta-2” è un romanzo breve (Novella) che conta poco meno di 100 pagine.

Per rendere più corposo (ed appetibile) il volume si sarebbe potuto scegliere di pubblicare in appendice qualche racconto (inedito o no) di Delany; la redazione di Urania ha fatto invece una scelta diversa: torna la rubrica “La Gaia Scienza“, ricca di argomenti che spaziano dal cinema ai fumetti, dalla letteratura fantascientifica alla scienza.

Oltre 80 pagine nelle quali troviamo, tra le altre cose, un interessante saggio, firmato Francesco Manetti, sulle distopie islamiche ( “La Mezzaluna sul Sole“) ed un approfondito saggio sulle “Macrocittà del Futuro“, firmato Fabio Feminò, nel quale si analizza la trasformazione delle vecchie città in metropoli e si cerca di capire in quale direzione andranno i mega-agglomerati che sembrano destinati a ricoprire la Terra (dalle situazioni più probabili a quelle più strane, affascinanti o fantascientifiche. Dalle città galleggianti a quelle orbitanti.). Un saggio molto interessante e più che mai attuale per le tematiche trattate: “La trasformazione della Terra è già in atto ….. La Natura, vale a dire la biosfera terrestre, viene costantemente ricostruita dall’opera dell’Homo Sapiens. Da sei a sette chilometri cubici di cemento vengono versati ogni anno….. Vernadsky, scrivendo nel 1945 sull’American Scientist, suggerì che la biosfera, formata da una Natura turbolenta, stesse venendo rimpiazzata da una noosfera. Il termine “noosfera” composto dal greco noos (“mente”) e sfera, indicava una superficie terrestre artificiale, plasmata dall’intelletto umano. G.F. Khil’mi annunciò nel 1962: “Nel futuro prevedibile la superficie della Terra, l’atmosfera, idrosfera e biosfera saranno così sature di congegni tecnologici e strutture umane su larga scala che l’involucro esterno del pianeta diverrà un nuovo elemento della realtà, che si svilupperà in base a leggi proprie e ancora sconosciute”. Un altro preminente geografo russo, Inookentiy Petrovich Gerasimov, nel 1966, coniò l’espressione “geografia costruttiva” indicando che questa disciplina dovesse trasformarsi in arte progettuale. Lanciò un appello a tutti i geografi perché formassero una nuova scienza-arte, basata sulla trasformazione e sul completo controllo della natura globale per il bene del futuro dell’umanità.”
L’uomo è un animale costruttore” afferma lo scrittore di fantascienza Geoffrey A. Landis….
Un avvertimento: se ritenete che l’uomo dovrebbe rinunciare alla tecnologia e vivere “in armonia con la Natura”, smettete pure di leggere. Il materiale qui esposto potrebbe sconvolgere alcuni ecologisti e far perdere loro la salute mentale!“. 

Io sono tra quelli che leggendo il saggio in questione ha perso la sanità mentale…ma è comunque un saggio davvero interessante e ben fatto (e con numerosi riferimenti ad opere di SF).
E ancora: ne “La Gaia Scienza” si parla di Fumetti editi da Mondadori, di Cinema (tra le altre cose c’è una rassegna di film catastrofici indipendenti) e per finire, in occasione dell’uscita del bellissimo volume Mondadori dedicato ad H.P. Lovecraft, “Tutti i Racconti“, troviamo una bella intervista al curatore del volume (nonchè curatore di UCZ) Giuseppe Lippi.
In appendice al romanzo troviamo inoltre la solita biografia e bibliografia dell’autore: la biografia di Delany (“La Ballata di Samuel R. Delany“), curata da Giuseppe Lippi e Riccardo Valla (la prima parte della biografia, quella a cura di Valla, non è altro che una variazione della introduzione, scritta dallo stesso Valla, a “Nova” nell’edizione Cosmo Argento).

La Bibliografia Italiana di Samuel Ray Delany è a cura di Ernesto Vegetti e Riccardo Valla ed è l’unica rubrica del volume che è presente sulla versione cartacea ma assente in quella digitale.

Qui potete trovare la scheda-libro dell’UCZ #148 con relativo indice.

Vai a “UCZ INTRO: sfogliando Urania Collezione” per la lista completa dei volumi di UCZ ed altre informazioni sulla collana.