UCZ #149 – Il signore dei sogni, di Roger Zelazny

Una tecnologia elettronica capace di mettere in contatto gli stati psichici di due diversi sistemi nervosi: da questa invenzione emerge una nuova disciplina, la Formazione neurocondivisa. Charles Render si è affermato da tempo come luminare nel settore ma continua a essere divorato dall’ambizione. Per questo non esita ad accettare lo strano incarico offertogli dalla psichiatra Eileen Shallot, cieca dalla nascita, che vuole imparare da lui l’arte della Formazione. Un proposito ambizioso come pochi, considerando che il lavoro dei neuroformatori consiste nel portare allo scoperto le nevrosi dei pazienti mediante il più immediato dei linguaggi di comunicazione: l’immagine. Il senso della sfida è il motore che spinge il Formatore ad accettare l’incarico, ma con il passare del tempo e con l’aumentare della bravura di Eileen nell’usare il nuovo                     canale, Render scoprirà a sue spese quanto rischiosa possa essere stata la sua decisione.

 (dalla quarta di copertina)

 

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Negli anni ’60 la SF subisce profondi cambiamenti, sopratutto grazie al “neonato” movimento New Wave: un gruppo di giovani autori (i più rivoluzionari erano gli autori che ruotavano intorno alla rivista “New Worlds“, diretta in quel periodo da Michael Moorcock) che infonderà nuova vitalità al genere, allargandone gli orizzonti ed elevandone la qualità letteraria. Questi autori non avevano paura di sperimentare nuove forme di scrittura e nuovi linguaggi, e al lato puramente sperimentale univano una particolare sensibilità artistico-letteraria ed un interesse particolare per le scienze “morbide” (Soft SF; sociologia, psicologia, scienze politiche, antropologia, eccetera), in contrapposizione alle scienze “dure” (Hard SF; fisica, chimica, astronomia, biologia, eccetera) che tradizionalmente erano quelle che più attraevano gli scrittori di SF degli anni ’40-’50.

E’ in questo periodo (1962, per la precisione) che James G. Ballard nel suo articolo, apparso su New Worlds, intitolato “Which Way to Inner Space ?” espone la necessità di esplorare non tanto il ben noto Spazio Esterno (Outer Space) quanto il meno esplorato territorio dello Spazio Interno (Inner Space), ovvero l’inconscio umano (inteso come territorio sconosciuto e da esplorare) e, più in generale, l’Uomo ed il mondo nel quale esso vive.
Tra gli autori più rappresentativi, ed incisivi, ascrivibili al movimento New Wave citiamo James G. Ballard, Brian W. Aldiss, Norman Spinrad, Robert Silverberg, Roger Zelazny, Harlan Ellison, Michael John Harrison, Michael Moorcock, Samuel R. Delany e Thomas M. Disch. 

 

Sfogliando l’UCZ #149

Gli ultimi 2 numeri di UCZ ci portano dritti al cuore del movimento New Wave con autori del calibro di Samuel Ray Delany e Roger Zelazny. Diversi lettori ed appassionati della cara UCZ hanno invocato a gran voce la “Tripletta New Wave”, sperando nella pubblicazione di un romanzo di Thomas M. Disch (magari il celebre “Concentration Camp“) o di James G. Ballard, autori ancora assenti tra i titoli pubblicati su UCZ (così come sono assenti Brian W. Aldiss, Norman Spinrad, Michael John Harrison …).

La scelta della redazione di Urania cade invece su “Le Sabbie di Marte” di Arthur C. Clarke: il celeberrimo n.1 di Urania, uscito nel 1952, viene riproposto per celebrare il n.150 di Urania Collezione.
Ma torniamo a Zelazny ed all’ UCZ #149.
Zelazny mi offre lo spunto per ricordare che la vocazione di UCZ non è quella di riproporre romanzi già apparsi sulla collana madre (come invece sento spesso dire; “Ma questa è una ristampa!! Perchè esce su Urania? Dovrebbe uscire semmai su Urania Collezione!!“), no… …proprio no, ragazzi !!
La vocazione di UCZ è quella di proporre grandi autori e grandi romanzi di SF, quei titoli e quegli autori fondamentali per il genere, le pietre miliari, i romanzi che hanno una particolare importanza storica. Volete fare un giochino simpatico? Andate a leggere attentamente la lista dei titoli usciti su UCZ e guardate quanti romanzi non sono mai stati pubblicati nè su Urania nè su altre collane Mondadori: resterete di certo sorpresi.

Zelazny, ad esempio, è apparso sulla collana madre soltanto con titolo “minori”, i suoi romanzi più belli, premiati ed importanti non erano mai usciti su una qualsiasi collana Mondadori (ad eccezione proprio di “Signore dei Sogni” e di “Metamorfosi Cosmica“, che erano gia apparsi su I Massimi della Fantascienza Mondadori).

UCZ ci ha invece proposto, negli anni passati, lo splendido premio Hugo 1967Signore della Luce” (UCZ #045, Ottobre 2006) ed il premio Hugo 1966 (ex-aequo con “Dune” di Herbert) “Io, l’Immortale” (UCZ #055, Agosto 2007); questo mese ci presenta invece “Il Signore dei Sogni” (The Dream Master, 1966), versione più lunga (novel) della novella che vinse il premio Nebula 1966, intitolata “He Who Shapes“.

Il romanzo non mi è piaciuto un granchè, oggi risulta un pò datato e non ha un gran ritmo (e questo è probabilmente legato al fatto che la novella è stata allungata per farne un romanzo); per di più per apprezzarlo come si deve servirebbe almeno una infarinatura di psicologia, psichiatria classica ed un minimo di conoscenza delle teorie psicoanalitiche (cosa che a me manca); inoltre i temi presenti in “Il Signore dei Sogni” sono stati abbondantemente sviluppati in seguito da diversi autori e questo toglie al romanzo, per lo meno agli  occhi del lettore di oggi, gran parte del suo fascino.

Tuttavia è innegabile l’importanza storica di questo testo, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello dello stile e del linguaggio. E’ degno di nota il fatto che Zelazny descrive, già nel lontano 1966, la realtà virtuale (o per lo meno qualcosa di molto simile).
Il volume contiene una gran bella biografia critica di Roger Zelazny firmata da Vittorio Curtoni, alla quale vi rimando per avere maggiori informazioni sull’autore. E’ presente inoltre la bibliografia italiana di Zelazny curata da Andrea Vaccaro.
Il Signore dei Sogni” è lungo 150 pagine: anche per questo volume, come già accaduto per l’UCZ del mese scorso, parecchi lettori speravano che la redazione decidesse di aggiungere, dopo il romanzo, un paio di racconti di Zelazny come ad esempio “La porta delle sue fauci, le fiamme della sua bocca” (premio Hugo e Nebula) o “Una Rosa per l’ecclesiaste“, racconti peraltro già usciti su 2 antologie pubblicate da Urania.
Invece, per completare il volume, ritorna la rubrica I Racconti di Urania che propone il racconto “YouWorld“, firmato da Lanfranco Fabriani e Giovanni De Matteo.
Se volete leggere gli splendidi racconti di Zelazny dunque non vi resta che procuravi l’antologia “La Montagna dell’Infinito” (Futuro -Biblioteca di Fantascienza n.48Fanucci).
Una piccola curiosità: il romanzo, nelle vecchie edizioni Galassia, Bigalassia e Massimi della Fantascienza Mondadori, era intitolato semplicemente “Signore dei Sogni”. Tutte le edizioni che ho citato hanno la medesima traduzione, quella di Gabriele Tamburini, eppure in questo UCZ il titolo è cambiato in “Il Signore dei Sogni”. Chissà… una svista? Ci si è voluti uniformare all’ultima edizione uscita in italia e tuttora disponibile nelle librerie, ovvero quella della casa editrice palermitana Sellerio (con traduzione di G.G. Pallagianni, uscita nel giugno del 2005) ? O la redazione Urania ha deciso di attenersi letteralmente al titolo originale dell’opera?
Chissà …

Qui potete trovare la scheda-libro dell’UCZ #149 con relativo indice.

Vai a “UCZ INTRO: sfogliando Urania Collezione” per la lista completa dei volumi di UCZ ed altre informazioni sulla collana.