UCZ #156, UCZ #105, UCZ #073: Visioni di Jacques Spitz

Questo appuntamento con “Sfogliando UCZ” ci porta una (spero gradita) novità: la sinergia tra due blog che si occupano principalmente di Fantascienza, ovvero il nostro Cronche di un Sole Lontano ed il bel blog dell’amico Nick Parisi, Nocturnia.
L’occasione è di quelle ghiotte e ci offre il pretesto ideale per tentare la cosa: Urania Collezione pubblica questo mese un Romanzo e 6 Racconti inediti del visionario autore francese Jacques Spitz (ed è solo grazie ad Urania-Mondadori se 4 romanzi e 6 racconti dell’autore francese sono stati tradotti in italiano ed offerti finalmente al Popolo Lettore).
Con questa operazione io e Nick Parisi tentiamo di offrire un breve ritratto di Jacques Spitz mettendo insieme le poche informazioni che si hanno dell’autore francese e della sua opera; di seguito cercherò di offrire una concisa panoramica delle opere di Spitz tradotte in Italiano, mentre Nick ci offre una bella scheda sulla vita dell’autore e sulla sua narrativa in generale.

Se l’operazione avrà successo potremo magari replicarla in futuro ma indipendentemente da questo tanto io quanto Nick siamo contenti di poter unire le nostre forze, di tenderci una mano sperando di dare il nostro, seppur minimo, contributo alla diffusione della Fantascienza in Italia; sappiamo bene come l’ambiente fantascientifico italiano sia disgregato e quanta competitività viene messa in campo da autori, blogger, appassionati e lettori…noi, da parte nostra, poniamo intanto quello che Nick definisce “un altro mattone nell’edificio della Pax Fantascientifica tra Blogger ed appassionati“,  e contenti di farlo con un autore che attraverso le sue opere ha costantemente messo a nudo la fragilità del nostro essere umani e l’assurdità e l’incomprensibilità degli umani istinti.

Jacques Spitz, autore francese nato in Algeria nel 1896, è oggi considerato (dalla critaca d’Oltralpe) uno dei grandi del fantastico francese, insieme a Jules Verne, Rosny e Renard; considerato anche l’anello di congiunzione tra il romans fantastiques francese e la Science Fiction vera e propria (che sarà rappresentata succesivamente da autori come Renè Barjavel); il suo stile particolarissimo, profondamente influenzato dal surrealismo degli anni ’20 oltre che da Kant, Valèry e Pirandello, modella una satira tragicomica su scala cosmica dai contorni inediti; e proprio a causa della particolarità delle sue opere, Spitz non ebbe vita facile nel mondo dell’editoria francese degli anni ’30 e ’40; molti editori motivavano il rifiuto dei suoi romanzi dicendo che questi non erano pubblicabili nelle collane “classiche”, che sarebbe stata necessaria una nuova collana di narrativa d’anticipazione o di Science Fiction e che, visti gli anni che correvano, quella della nuova collana era una strada non praticabile dalle CE francesi; e difatti i romanzi di Spitz che furono pubblicati mentre l’autore era ancora in vita furono pubblicati come romanzi fantastici. Ma la maggior parte delle opere di Spitz restarono inedite e saranno pubblicate                                                          solo parecchi anni dopo la morte dell’autore.

Di Jacques Spitz non se ne sa molto. Sappiamo che ha partecipato alla prima ed alla seconda Guerra Mondiale, che è stato prima studente del Politecnico e poi ingegnere ma che le attività alle quali dedicava più tempo erano la letteratura e la scrittura e le sue principali ambizioni erano puramente spirituali. Uomo dalla personalità complessa, schivo, solitario, mai accomodante; un personaggio davvero particolare: cliccate QUI per approfondire maggiormente con Nick Parisi.

Spitz (morto nel 1963, all’età di 67 anni) in vita non conobbe ne fama ne gloria (nonostante 3 dei suoi romanzi, ovvero “Le Mosche“, “L’Uomo Elastico” e “L’Occhio del Purgatorio”, siano ritenuti capolavori del genere), l’importanza delle sue opere per l’evoluzione della SF in Francia e per la letteratura francese in genere è stata riconosciuta solo dopo la sua morte e nel corso degli anni sono stati pubblicati diversi suoi testi ancora inediti.

In Italia è grazie ad Urania se abbiamo la possibilità di leggere una buona parte delle opere di Spitz.
Il capolavoro di Spitz, “L’Occhio del Purgatorio“, fu pubblicato in Francia nel 1972 e solo un anno dopo arrivò sulle pagine dell’Urania di Fruttero e Lucentini (Urania n.622 del Luglio 1973; ristampato sull’Urania n.987 del Gennaio 1985, entrambi con una splendida copertina di Karel Thole. Ristampato ancora nel 1992 sui Classici Urania n.183).
Nel Maggio del 2006 Urania pubblica “Incubi Perfetti“, antologia contenente 2 romanzi brevi inediti in Italia, ovvero “Le Mosche” e “L’Uomo Elastico“.
Un altro inedito di Jacques Spitz, “Segnali dal Sole” (UCZ #073), arriva nel febbraio 2009 ed inaugura la serie di volumi di Urania Collezione dedicati all’autore francese.
Nel 2011 UCZ propone una ristampa riveduta, reintegrata ed annotata (rispetto alle vecchie edizioni Urania) de “L’Occhio del Purgatorio” (UCZ #105, in appendice c’è anche il romanzo “Le Mosche“) e pochi giorni fa la CE di Segrate pubblica un volume contenente un romanzo e sei racconti inediti.

Nel 2009 in Francia esce un Omnibus dedicato a Spitz; il volume, intitolato “Joyeuses Apocalypses“, contiene: L’uomo Elastico, Le Mosche, La Guerra Mondiale n.3 e 6 racconti inediti riuniti sotto il titolo “Sei Macchine per fabbricare il Futuro“.
Ed è Giuseppe Lippi, il curatore di UCZ, la persona che si deve ringraziare per aver portato in Italia tutte queste opere (e per averne tradotte alcune), per averle fatte tutte confluire nella collana Urania Collezione e per aver dato ai lettori italiani la possibilità di conoscere questo importante e particolare autore francese attraverso le sue opere più significative.
Il numero di UCZ in edicola questo mese contiene infatti tutte le opere presentate in “Joyeuses Apocalypses” ed ancora inedite in italia, ovvero il romanzo “La Guerra Mondiale n.3” e 6 racconti (riuniti sotto al titolo “Sei Macchine per fabbricare il futuro”) ovvero: Dopo l’Era Atomica, Il Naso di Cleopatra, Intervista a un Disco Volante, L’Enigma del V 51, Le Vacanze del Marziano, Il Segreto dei Microbi.

 

Purtroppo tra le carte di Spitz non è stata trovata nessuna indicazione circa il periodo e l’anno in cui queste opere precedentemente inedite sono state scritte. L’unico racconto del quale si conosce la data è “L’Enigma del V 51” che è stato scritto nel 1951.

 

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Urania Collezione #073, Febbraio 2009:
Mondadori Editore
“Segnali dal Sole” (Les Signaux du Soleil, 1943)
di Jacques Spitz
Traduzione: Laura Serra
Copertina: Franco Brambilla
Disponibile in versione cartacea
Qui Scheda – Libro

Osservatorio del Pic du Midi, negli Alti Pirenei. Un giovane astronomo nota l’apparizione di macchie solari più chiare del normale e stabilisce che si tratta di segnali: ma da parte di chi? Sul Sole non si può vivere. I segnali devono venire da un altro pianeta e costituiscono un avvertimento per la Terra. Solo Philippe Bontemps, l’astronomo disposto a giocarsi la carriera, intuisce la tremenda verità, e quando l’atmosfera terrestre comincia ad essere risucchiata nello spazio… Alt! 

Aggiungiamo solo che Segnali dal sole è un altro irriverente capolavoro del più irriducibile autore della sf “nera”.

 

 

 

Urania Collezione #105, Ottobre 2011:
Mondadori Editore
“L’Occhio del Purgatorio” (L’oeil du purgatoire, [1945] 1972)
di Jacques Spitz
Traduzione: Bianca Russo e Giuseppe Lippi
Copertina: Franco Brambilla
Disponibile in versione cartacea
Qui Scheda – Libro

Questa è una strana storia anche per una rivista come Urania, che di storie strane ne ha pubblicate tante. Ne è autore uno scrittore francese morto nel 1963, che visse a Parigi, solo e ignorato, senza mai leggere un libro di fantascienza. I suoi maestri furono Kant e Valéry. e si sa che ebbe una predilezione per Pirandello, ma che la sua opera, rimasta del resto sempre ai margini della fama, fu soprattutto influenzata dal surrealismo. Nel 1945 pubblicò senza alcun successo questo “Occhio del purgatorio”, una macabra, rigorosa, progressiva allucinazione, che comincia da un casuale incontro sul “boulevard” con un vecchio in bombetta, e procede, si gonfia, dilaga in una “inversione temporale” di straordinario effetto. Oggi Spitz è stato riscoperto e rivalutato, forse perché la sua 

                                                                 sarcastica, sprezzante compassione per l’uomo, le sue visioni                                                                            d’incubo, non sembrano più così eccessive nel caos stralunato                                                                            del nostro tempo. (Fruttero & Lucentini)


Autore dalla scrittura fluida e fresca ma anche particolarmente incisiva (sopratutto nelle immagini, vista l’influenza subita dal surrealismo), dotato di tagliente ed acuta ironia in grado di grattare la superfice delle cose e mostrarci quello che si nasconde sotto, dissacrante, eclettico, irriverente, diretto. Per Spitz l’evento scientifico è sempre e solo il pretesto che mette in moto la vicenda e che gli permette di dissertare sul mondo, la vita e gli Esseri Umani.

Ne “L’Occhio del Purgatorio” il parabacillo estratto dalla Lepre Siberiana infetta il nervo ottico del protagonista donandogli la capacità di vedere non il futuro bensì il “presente invecchiato”, ovvero vede le cose che lo circondano nello stato in cui saranno nel futuro; un presente sempre più invecchiato man mano che l’infezione progredisce, quindi mentre inizialmente il protagonista si limita a vedere la barba sul suo volto appena rasato, il vino che sembra gia piscio, la sua ragazza che assume via via la fisionomia di una anziana, le lamette per radersi nuove gia arrugginite…. alla fine si ritroverà a vedere zombi ambulanti, persone con la carne marcia attaccata all’osso, addirittura scheletri ambulanti, e Parigi ridotta in polvere… Questo viaggio del protagonista nella causalità lo porterà a trovarsi faccia a faccia con un pianeta morente e con indefinibili spettri, sempre più lontano dal mondo fisico causale e più vicino al mondo delle pure idee. Non voglio anticipare nulla della trama quindi vi invito ad intraprendere questo viaggio nella causalità, la dove il normale rapporto causa-effetto non esiste più, dove appare sempre più evidente il vano significato delle forme e dell’apparenza, un agghiacciante ed immaginifico viaggio osservato con l’Occhio del purgatorio.

In “Le Mosche” il futuro della razza Umana è messa a dura prova da una nuova razza di Mosche intelligenti; ne “L’Uomo Elastico” lo spunto è offerto dalla miniaturizzazione e dall’accrescimento fisico dei microbi oltre che degli esseri umani. Romanzi cinici e divertenti piene di trovate che si susseguono a ritmi elevatissimi; come scrive il francese Pierre Versins “leggere L’Uomo Elastico significa comprendere, infine, che gli Uomini sono simili ma nient’affatto uguali“.

Segnali dal Sole” (che ha uno stile quasi caricaturale, caratteristica che ritroveremo anche in “La Guerra Mondiale n.3”) ci racconta di 2 civiltà aliene che sottraggono Ossigeno ed Azoto dall’atmosfera Terrestre, causando enormi danni e sconvolgendo la faccia del nostro Pianeta.
Come reagiranno le grande Potenze Terrestri? Quali provvedimenti verranno messi in atto dagli scienziati Terrestri? Riuscirà l’umanità a far fronte comune contro la minaccia?
Parlando di “cose umane” sembra che non possa esistere bene o male e che invece tutto sia raffazzonato, che tutto avvenga come conseguenza di accordi e convenienze, che tutto accada come se non ci fosse mai un domani….

 

Colpevoli di esserci addormentati tra le delizie di un mondo che avevamo creduto per sempre asservito ai nostri capricci, abbiamo avuto un risveglio terribile…” (cit. da Segnali dal Sole)

 

Non è affatto sicuro che la sete di conoscenza sia legittima, che il progresso non sia una corsa verso l’abisso, che il rimedio della scienza, la quale a piccole dosi ha un effetto terapeutico, a dosi più forti non si trasformi nel veleno che ha ucciso gli Dei” (cit. da L’Uomo Elastico)

 

 

Urania Collezione #156, Gennaio 2016:
Mondadori Editore
“La Guerra Mondiale n.3” (La Guerre Mondiale n.3, 2009)
di Jacques Spitz
Traduzione: Giuseppe Lippi
Copertina: Franco Brambilla
Disponibile in versione cartacea e digitale

LA GUERRA MONDIALE N°3
Mai, da che mondo è mondo, la prospettiva di una guerra ha scoraggiato qualcuno.” Comincia con questa riflessione la cronaca della guerra mondiale n°3, una delle tante eppure unica, l’ultima di una serie ma non la definitiva. Il conflitto vede i russi padroni in breve tempo dell’Europa occidentale e dell’Africa; l’Inghilterra soccombe dopo un’eroica resistenza, l’America ha piani a lungo termine e per il momento resta a guardare. Poi, quando le bombe atomiche hanno colto il primo sangue e le armi batteriologiche il secondo, arriva l’ultimo flagello… Uno sferzante romanzo inedito in cui Spitz racconta l’ultima spiaggia della civiltà con l’amore del paradosso caro alla sf, il “cinismo” del grande moralista e la lucidità dello storico.

SEI MACCHINE PER FABBRICARE IL FUTURO
Per la prima volta in Italia una scelta dei racconti del grande visionario, sei avventure inedite di domani.

“Mai, da che mondo è mondo, la prospettiva di una guerra ha scoraggiato qualcuno.

Così inizia “La Guerra Mondiale n.3” nel quale si narra della rovinosa guerra, in piena era della Guerra Fredda, tra Russia e Stati Uniti. In quell’epoca la “terza guerra mondiale” era intesa come distruzione totale, cataclisma atomico, ma Spitz va ben oltre…perchè si sa: al peggio non c’è mai fine e tutto sommato basta trovare una “scusa”…

Abbiamo bisogno di trovare una nobile necessità alla base di tutto, per consolarci degli orrori che le guerre ci obbligano a ripercorrere, dei mali che infliggono alla sventurata specie Umana” (cit. da La Guerra Mondiale n.3).

Come dicevo prima, diversi romanzi di Spitz non furono pubblicati all’epoca perchè “si tratta di Science Fiction“; invece per questo “La Guerra Mondiale n.3” è interessante leggere il motivo del rifiuto addotto da una delle principali CE francesi dell’epoca: “Given the current political atmosphere, it is not possible for us to publish your novel. Despite its fictional character, the events it describes are too plausible.
Publishing your story would no doubt bring down upon us the rightful wrath of the public, who are already very much alarmed by these dark days.

Insomma… Troppo reale, troppo plausibile…

Lo scenario dipinto da Spitz è davvero terribile ed a volte questo romanzo mi ha fatto pensare a “L’Ultima Spiaggia” di Nevil Shute; ma se “L’Ultima Spiaggia” era desolazione, impotenza, rabbia, frustrazione e dolore, “La Guerra Mondiale n.3” è invece un vago e cinico sorriso.

Gia, proprio quello che affiorerà sulle vostre labbra durante la lettura di questo e degli altri romanzi di Spitz. Perché dopotutto l’Opera di Spitz, complessa ed analizzabile da varie angolazioni, ha un minimo comun denominatore evidente: l’assurdità dell’Essere Umano, l’incomprensibilità (o se volete la banale semplicità) delle motivazioni che si nascondono dietro le azioni degli Esseri Umani. Persino nei passaggi più impegnativi, drammatici e significativi delle sue opere, l’ironia ed il cinismo di Spitz alleggeriscono tutto e riescono a far passare in secondo piano tutto ciò che non riguarda l’intima essenza degli esseri umani, riescono a intaccare la superficie delle cose ed a far cadere le maschere dell’Uomo; lo sguardo di noi lettori affronta a viso aperto lo sguardo dell’Uomo, ed in fondo ai suoi occhi riusciamo a scorgere piccole parti di quella che è la sua vera essenza; quello che vediamo non ci piace…non può piacerci… eppure c’è qualcosa di familiare… in qualche modo ci sembra di star fissando uno specchio…
Spitz nutriva un po di fiducia nei confronti dei suoi simili? Sembrerebbe di no… (sebbene il finale di “Segnali dal Sole” lascia aperto uno spiraglio all’Amore).
E se da una parte l’Uomo è al centro dei suoi romanzi, dall’altra Spitz mette in evidenza come l’Uomo non sia al centro dell’Universo e quanto esso possa essere insignificante, casuale e non necessario.
Tutto questo appare evidenti, a mio avviso, nei 6 fulminanti racconti che vanno a formare “Sei Macchine per fabbricare il futuro”, nei quali le sembianze dell’Uomo coincidono sempre più con quelle di un pagliaccio e addirittura la Terra e la Razza Umana sono considerate un pericolo per l’intero universo e il “futuro fabbricabile” altro non può essere che un gran pasticcio se non un enorme disastro.
Voglio riportare questa bella frase di Giuseppe Lippi nella quale lui parla de “L’Occhio del Purgatorio” ma che, a mio avviso, stigmatizza l’intera opera di Jacques Spitz: “L’Occhio del Purgatorio è un viaggio al termine dell’essere che esplora la condizione abissale in cui brancoliamo come ciechi, credendoci visionari.

 

Le visioni d’incubo di Spitz non sembrano più così eccessive nel caos stralunato del nostro tempo

(Fruttero e Lucentini)

 

Sfogliando UCZ

 

I 3 volumi di Urania Collezione dedicati a Jacques Spitz (UCZ #073, UCZ #105 ed UCZ #156) ci offrono anche interessantissimi spunti critici a proposito dell’opera di Spitz con brevi saggi ad opera di Giuseppe Lippi, Pierre Versins, Laura Serra e Gianfranco De Turris; e ritroviamo l’immancabile biografia italiana dell’autore curata da Ernesto Vegetti ed Andrea Vaccaro.

Nell’UCZ #156 troviamo anche una breve sezione extra contenente un bel racconto di Paolo Aresi (“Korolev, traiettoria orbitale marziana”) e la rubrica La Gaia Scienza (che ci propone “Il progettista Capo”, articolo firmato da Paolo Aresi e dedicato ad uno dei padri dell’astronautica ed il dossier “Macroingegneria Planetaria” firmato da Fabio Feminò).

Jacques Spitz ha lasciato oltre 6000 pagine di manoscritti, tra romanzi e diari personali, custoditi nella Biblioteca Nazionale di Francia. Spero sinceramente che prossimamente possano essere pubblicate altre sue opere ancora inedite.
N.B. Tutte le opere di Spitz tradotte in italiano sono reperibili nei 3 volumi di Urania Collezione di cui abbiamo parlato con l’eccezione di “L’Uomo Elastico” presente solamente nel volume “Incubi Perfetti” pubblicato nella serie madre Urania.

QUI potete trovare un approfondimento sulla vita di Jacques Spitz firmato dall’amico Nick Parisi e pubblicato sul suo blog, Nocturnia.
Qui potete leggere la recensione di Massimo Citi a “La Guerra Mondiale n.3” (dal Blog Librinuovi.net ).

Vai a “UCZ INTRO: Sfogliando Urania Collezione” per la lista completa dei volumi di UCZ ed altre informazioni sulla collana.