Absolution Gap, di Alastair Reynolds

Scorpio teneva d’occhio Vasko mentre il giovane nuotava verso riva. Per tutto il tempo non aveva smesso di pensare a quando si annega. Si era domandato cosa si provi a cadere lentamente attraverso profondità oscure. Dicono che l’affogamento non sia la maniera peggiore di andarsene all’altro mondo. Si chiese come si potesse esserne sicuri, e se valesse anche per i maiali.

(trad. di Alessandro Vezzoli)

 

Quarta di copertina:

Esiste ancora un fantascienza “cosmologica”? Alastair Reynolds, connazionale di Olaf Stapledon, ha cercato di ricrearne una, descrivendo un universo ricco di storia e religioni; una tecnologia avanzata che permette di viaggiare tra le stelle senza infrangere la velocità della luce; entità che forse vengono dal futuro ed esseri post-umani. Ma la sua è anche una storia di conflitti, ed ecco entrare in scena gli Inibitori, creature inorganiche votate fin dall’antichità a una terribile missione di morte. È questo lo sfondo di Absolution Gap, il grande romanzo che conclude la trilogia di Rivelazione e Redemption Ark (già pubblicati da “Urania” rispettivamente nei nn. 1550, 1553 e nel “Jumbo” n. 41). La resistenza contro i nemici meccanici dell’umanità è affidata a due avamposti, uno dei quali è una luna messa sotto assedio dagli Inibitori. Neville Clavain, Khouri e sua figlia – la ragazza geneticamente modificata – dovranno giocare la loro partita sperando davvero nell’Assoluzione finale. Non solo per una specie vivente, ma per il nuovo universo che sorgerà.

 

Dopo la Rivelazione e la Redenzione, è giunta l’ora dell’Assoluzione.

ABSOLUTION GAP (Absolution Gap, 2003) di Alastair Reynolds (classe 1966) conclude il trittico iniziato con “Rivelazione” (Revelation Space, 2000) e proseguito con “Redemption Ark” (Redemption Ark, 2002). Finalmente vengono sciolti i tanti nodi che caratterizzano questa imponente Space Opera, dove l’archeologia spaziale riveste un ruolo di primo piano.

Secondo l’opinione di chi scrive, non è tanto l’originalità della trama a colpire – non è la prima volta che si assiste alla lotta tra razza umana e macchine votate alla distruzione della vita intelligente – quanto l’abilità dello scrittore gallese a portare avanti più linee narrative intrecciate tra loro, lungo un arco temporale di decine e decine di anni. Inoltre i numerosi personaggi si distinguono per complessità e credibilità. Tra le tante figure, due rimangono particolarmente impresse: il messia Quaiche e il maiale mutante Scorpio. Il primo arriva a sottoporre il proprio corpo a un’interminabile tortura pur di espiare la colpa di aver provocato incidentalmente la morte della donna amata. Il secondo, nonostante la natura suina, si dimostra il più “umano” dei protagonisti e catalizza le simpatie dei lettori.

Altissime sono l’accuratezza e la verosimiglianza scientifica (non è un caso, Reynolds è anche e soprattutto un astrofisico), ma nel romanzo, e nella serie tutta, questi aspetti non predominano sulla trama bensì le sono al servizio, e le disquisizioni tecnologiche o cosmologiche non prendono il sopravvento. Sia la civiltà umana delle Cattedrali sia l’estinta civiltà aliena dei Lepismiani presentano aspetti affascinanti e avrebbero meritato, specie la seconda, maggior spazio.

La parte che forse meno convince di quest’opera, comunque molto valida se si amano la hard science fiction e le epopee spaziali di ampio respiro, è il finale: può apparire affrettato e troppo semplicistico, dopo che Reynolds ha speso centinaia di pagine a innalzare architetture narrative ardite ed emozionanti. Non è da escludere che l’impressione nasca dall’incapacità del sottoscritto di cogliere e comprendere appieno la ricchezza e lo spessore di questo bravissimo autore.

Ora manca all’appello dell’appassionato italiano Chasm City (2001), che come “Il Prefetto” (The Prefect, 2007), si svolge nello stesso universo della trilogia principale.

Alastair REYNOLDS, ABSOLUTION GAP (Absolution Gap, 2003), trad. di Alessandro Vezzoli, Mondadori, Urania Jumbo n. 42, 668 pp., 2015, prezzo 9,90 € (ebook 5,99 €).