Il demone sterminatore, di Vincent Spasaro

E la pioggia nera si tinse di rosso, e noi comprendemmo che qualcosa era davvero cambiato. Piovve sangue per giorni, così che era tutta una puzza di bestie morte e pareva di trovarsi in un immenso mattatoio. Le vesti non potevano essere lavate che già si insozzavano di nuovo, e oltre alla pioggia caddero piume bianche macchiate di sangue. E un silenzio innaturale gravò sui luoghi, aleggiando come un fantasma e spingendoci alla disperazione. La pioggia insanguinata e le piume, il selciato bagnato e appiccicoso: ricorderò per tutta la vita quelle immagini orrende. Ci guardavamo negli occhi e non riuscivamo a pronunziare parola. Mi aggiravo per la città resa marrone dal sangue sporco e mi dicevo che non era possibile, che non poteva essere vero.

“Perché caddero piume bianche?”

“Gli angeli del Silente. Qualcuno aveva massacrato gli angeli.”

 

Dalla seconda di copertina:

Il demone sterminatore’ è un affresco epico dove nulla è ciò che sembra e il bene e il male non sono sempre entità distinte. Quando tre stranieri, stanchi dopo lungo vagare, giungono ai confini di un oscuro avamposto di frontiera dimenticato dalle mappe, non comprendono dove siano finiti né cosa li attenda. Sono ‘cacciatori’ lanciati all’inseguimento di colui che ha commesso il peggior crimine immaginabile, convinti di essere vicini alla meta, ma la loro “preda” pare averli giocati spingendoli su di un immenso fiume nebbioso che si sussurra non aver fondo e rigurgita di mostri. E già altri “cacciatori” varcano le porte, disposti a passare sul corpo dei loro stessi compagni pur di riportare a casa la testa dello sterminatore e tenere solo per sé la gloria. Più si avanza nel cuore del fiume senza rive, più le certezze vacillano e la speranza si fa fioca: il demone sterminatore potrebbe essere ovunque, nascosto nei recessi del fiume selvaggio o seduto al fuoco da campo dei viandanti, e gli abitanti del fiume senza rive non cedono facilmente il passo agli stranieri. In un mondo fatto di tranelli, un pugno di temerari combatte contro una natura primordiale e contro i propri demoni, convinti di poter fronteggiare il nemico e uscirne vincitori. E lo sterminatore attende.

 

Il demone sterminatore. Cronache del fiume senza rive di Vincent Spasaro (classe 1972) è un fantasy corposo e al tempo stesso essenziale, scritto in maniera asciutta ma evocativa. Questo stile maturo e scorrevole è ideale per raccontare una storia come quella pensata dall’autore: complessa e realmente originale, in un momento in cui ogni novità del genere fantastico si fregia di questo aggettivo.

In un futuro remoto, una spedizione scientifica ritrova su un pianeta sconvolto da continui terremoti un manoscritto, contenente le Cronache del fiume senza rive. Al suo interno, suddiviso in canti, sono narrate le peripezie del centauro Onnau e del prete-bambino Lluach, lanciati all’inseguimento del cosiddetto Demone sterminatore, la cui attività deicida ha sconvolto la rete dei “vasti mondi”. Attorno a loro, vivida e realistica, si muove una folta schiera di personaggi minori, per la maggior parte nativi delle isole vegetali che galleggiano su un fiume apparentemente senza sponde, popolato da mostri dall’appetito insaziabile e perennemente avvolto da nebbie che nascondono la vista del sole.

Il romanzo si dimostra di rara potenza visiva e concettuale, ambizioso (senza però essere presuntuoso). Un fantasy arricchito da spunti fantascientifici, da reminiscenze dantesche, da tinte cupe e spesso sanguinolente.

Lo scrittore romano rifila al lettore dei pugni nello stomaco che lasciano il segno, facendogli dono di un libro indubbiamente ostico, per lo sforzo immaginifico che richiede, ma proprio per questo stimolante. Spasaro trae ispirazione da autori del calibro di H. P. Lovecraft, Jack Vance, Ursula Le Guin, Dan Simmons, Serge Brussolo, e con apparente facilità crea un prodotto di altissima qualità e dal tocco personale, che potrà piacere o no ma difficilmente lascerà indifferenti.

Sin dai primi paragrafi il lettore viene fagocitato dalla storia, immerso in un universo alieno e sfuggente, minaccioso e soprattutto crudele, nel quale poco spazio viene lasciato alla gioia, all’amore, alla speranza. Gli unici momenti di serenità si vivono quando il centauro Onnau pizzica le corde di Rudellin, l’inseparabile cetra, e canta di mondi lontani a un pubblico stupefatto.

Le vicende dei personaggi, separati da visioni inconciliabili della realtà, si fondono assieme lungo le acque nere e gelide del Fiume senza rive che, al pari di altri corsi d’acqua immaginari – uno su tutti il Riverworld nato dalla fantasia di P. J. Farmer (1918-2009) -, assurge al ruolo di protagonista principale. Nel corso della trama, permeata di pesante pessimismo, sorgono spontanei interrogativi su cosa sia umano e cosa no, su cosa sia la religione, su dove si nasconda la Verità e ancor di più se questa esista. La conclusione è una tragedia di proporzioni cosmiche, alla quale ciascun lettore potrà dare l’interpretazione che preferisce.

Per maggiori informazioni su Vincent Spasaro e i suoi lavori (tra cui il romanzo Assedio, un dark-thriller uscito nel 2011 nella collana Segretissimo di Mondadori e ora riproposto dalle Edizioni Anordest) si può visitare il blog: http://vincentspasaro.blogspot.it/

 

Vincent SPASARO, IL DEMONE STERMINATORE, Edizioni Anordest, collana Criminal Brain, 684 pp., 2013, prezzo 15,90 €.