La cerimonia, di Laird Barron

Sono un uomo adulto… Ho un dottorato, che diamine! Non ho mica paura di mia moglie!.
(trad. di Andrea Bonazzi)

 

Dalla quarta di copertina: 
Ci sono strane cose che sopravvivono ai margini della nostra stessa esistenza, che ci seguono al limite della nostra percezione, ci osservano dal buio che incombe oltre il calare della notte, solo un passo al di là del confortante calore delle luci. Neri portenti, strani culti, e cose anche peggiori attendono nell’ombra. I Figli dell’Antica Sanguisuga sono fra noi da tempo immemorabile, dall’alba dell’umanità ci accompagnano…
Donald Miller, geologo e accademico oggi ormai ottuagenario, da una vita cammina sul ciglio d’un abisso, tra i vuoti di memoria che gli oscurano la mente e certi improvvisi lampi d’inquietanti ricordi, che a tratti lo risvegliano a una realtà sinistra celata appena sotto il tenue velo d’amnesia, la sottile cortina della quotidianità. Sparsi frammenti, ora destinati a convergere verso una rivelazione sconvolgente, ciò che l’Oscurità, l’abisso oltre le stelle, ha infine per noi in serbo.

LA CERIMONIA (The Croning, 2012), di Laird Barron (classe 1970), è un solido romanzo ascrivibile al genere weird, incentrato sul rapporto di coppia. A una moglie sfuggente, piena di segreti e lati oscuri si contrappone un marito tranquillo e senza doti particolari; un marito costretto, suo malgrado, ad affrontare situazioni sconvolgenti, che riesce a salvare la propria integrità mentale solo grazie a provvidenziali e selettive amnesie.
Indubbiamente c’è qualcosa che cattura, qualcosa di apparentemente indefinibile, nella giostra temporale che comincia con un prologo ambientato in un mondo antico e magico e continua con scene che si svolgono, alternativamente, al giorno d’oggi e in vari momenti della vita del personaggio principale, il geologo Donald Miller. Chi scrive è rimasto colpito non solo dalla trama, basata su un culto segreto e crudele che sopravvive al trascorrere del tempo, ma soprattutto dalla singolare relazione che corre tra il protagonista e la moglie Michelle. Molto si gioca sulla capacità d’immedesimazione del lettore: di immaginarsi di vivere, nei panni di Donald, accanto ad una donna inquietante e in situazioni solo apparentemente normali. Di normale in realtà c’è ben poco: la follia irrompe improvvisamente nella vita di Donald, con notti cariche di spavento e passeggiate in boschi maledetti. Costante è la minaccia di una presenza, sottile e misteriosa, che si manifesta con rumori notturni, in una foto d’epoca o in un déjà vu che provoca nel protagonista, sempre più perplesso, la sensazione di un’esperienza vissuta in precedenza, un’esperienza estremamente sgradevole. Solo la rivelazione finale consente al lettore di incastrare ogni elemento nella giusta posizione.
Bisogna dare credito all’autore, originario dell’Alaska, per non aver indugiato in scene truculente: il sangue ovviamente c’è, ma non è con questo artificio che Barron tiene alta l’attenzione del lettore, bensì con la suspancecontinua e la sensazione di precarietà diffusa. E’ impossibile prevedere che tipo di orrore possa saltare fuori dalla pagina successiva, né tantomeno quale mostruosità attende dietro l’angolo o in fondo alle scale.
Consigliato agli amanti del fantastico alla Machen, alla Lovecraft o, più vicino a noi, alla Ligotti, a tutti coloro che rimangono affascinati dalle cosmogonie inquietanti e dagli orrori ancestrali. 

Laird BARRON, LA CERIMONIA (The Croning, 2012), trad. di Andrea Bonazzi, Edizioni Hypnos, collana Modern Weird, pp. 348, 2015, prezzo 17,90 € (ebook 6,99 €).