La piramide sottomarina della dinastia Tang, di Walter Jon Williams

Sono molte le navi che fanno la spola fra Hong Hong e Macao, ognuna di loro si sforza di proporre un tema particolare al viaggiatore, un’esperienza di crociera unica. Così è anche per la Dinastia Tang, una nave da crociera che riproduce le atmosfere della Cina imperiale sotto la dinastia Tang. Gli spettacoli a bordo non mancano di certo. Ci sono i vampiri salterini, che inscenano ogni sera uno spettacolo fra l’acrobatico e il gran guignolesco. Ci sono soprattutto i danzatori acquatici con le loro incredibili coreografie e una simpatica band di musica popolare andina. Vi chiederete, cosa ci fanno dei musicisti andini a bordo di una nave da crociera cinese? Ovviamente, non tutto è ciò che sembra a bordo della nave. Tantomeno lo sono i musicisti andini e i ballerini acquatici, i quali dietro la rispettiva facciata artistica nscondono ben più. Il vero segreto, tuttavia, non si trova a bordo ma sotto il mare. Da qualche parte fra Hong Hong e Macao, una preziosa cassa giace laggiù nel fondale fangoso. Chi sarà così spericolato da arrivare per primo a recuperarla? Chi ne subirà le inevitabili conseguenze per primo?

Capita, a volte, nella vita che le apparenze ingannino e non ce ne stupiamo affatto. Nella narrativa di Walter Jon Williams la regola è un’altra: l’apparenza è sempre più reale della realtà. Raccontare una storia significa, insomma, evocare un qualcosa di magico, compiere un gioco di prestigio, un abracadabra di parole, personaggi e atmosfere. Esattamente la definizione di questo pregevolissimo romanzo breve, un fantasmagorico gioco di prestigio. I giochi di prestigio, si sa, non sono altro che magnifici inganni. Solo adorabili truffe in cui ci fanno apparire per vero ciò che vero non lo è affatto. Ci spacciano per credibile l’assurdo e l’impossibile. Cosa ci diverte, allora, in un gioco di prestigio? Cosa lo fa essere un qualcosa di artistico? La solidità della sua trama, amici miei. Null’altro che quello, la sua consistenza interna. Più una cosa sembra vera, più tendiamo ad accettarla. No, non sto parlando di trucchi magici, non sto recensendo un bellissimo film di qualche anno fa con Hugh Grant e Christian Bale (The Prestige – 2006). E no. Sono qui a parlarvi de La piramide sottomarina della dinastia Tang, romanzo breve di Walter Jon Williams apparso sulla webzine “Sci Fi” nell’agosto del 2004 e recentemente pubblicato da Delos Digital nell’ottima collana “Biblioteca di un Sole Lontano”. Parlo insomma di letteratura e, implicitamente, parlo della fantascienza di un autore eclettico e mai banale o prevedibile.

Walter ama giocare con i lettori e con se stesso, ama catturare l’attenzione e farsi catturare egli stesso dalla sua scrittura. Ecco perché le sue opere hanno quasi sempre, almeno le più riuscite, il crisma del gioco di prestigio. È il caso di questo romanzo breve, una novelette sospesa fra il puro divertissement, lo spionaggio e la fantascienza. Una storia in cui l’autore aggiunge una bella fetta di vita ed esperienze personali. Dall’alto della sua notevole esperienza nelle immersioni, Walter non poteva non descrivere nei dettagli le avventure sottomarine (e i molti imprevisti) della squinternata banda di spie/musicisti folk al servizio di un misterioso inventore. Non sono, comunque, le esperienze subacquee dell’autore il fulcro della storia. Hanno, tuttavia, la funzione di agglutinare e dare sostanza allo scenario in cui si muovono i personaggi. Già, i personaggi. Il vero pezzo forte della storia sono loro. Come attori di una farsa dialettale, i personaggi sono colorati, ricchi di gustose e sorprendenti sfaccettature e spesso sanno svelare anche qualcosa di inatteso al lettore. In sostanza, la storia sono loro, i loro ruoli improbabili, le loro interazioni scorrevoli e dinamiche. A tratti forse un po’ fumettistici (come, del resto, è nelle corde di questo ottimo autore) ma difficilmente banali, anzi.