Attack the block – Invasione aliena

Meglio non entrare nel dibattito se sia meglio la forma o il contenuto: sicuramente un grande film si contraddistingue grazie alla presenza di entrambe le qualità, e in questo caso è preferibile evitare di prendere una posizione netta a proposito del ruolo più o meno profondo della fantascienza sia cinematografica che letteraria. Attack the block – Invasione aliena non è in alcun modo ricco di contenuti, non pretende di avere una morale né di fare chissà quale analisi della società. Sicuramente non è da Oscar, né lo sono gli attori che ne fanno parte. Comunque la si pensi, la science fiction di ogni forma e dimensione raccoglie tra le sue fila opere di larghissimo successo che hanno avuto il solo pregio di intrattenere e divertire con le loro idee, i loro trucchi del mestiere e la loro ironia. Non dimentichiamo il maestro dell’intrattenimento Fredric Brown, coi suoi racconti e i suoi piccoli romanzi (Assurdo universo per citarne uno) ricchi di idee e spassosi oltre ogni dire, senza contenuti di rilievo ma ritenuti dei veri capolavori. Non che l’opera in esame sia un capolavoro, s’intende. Attack the block è piuttosto una specie di scherzo, una ragazzata messa in piedi con lo spirito fanciullesco di un regista non vecchio ma neanche giovane come l’inglese Joe Cornish, che, oltre a girare film, nella vita fa un mucchio di altre cose: il comico, il conduttore radiofonico, lo sceneggiatore e l’attore. La pellicola di cui si parla è stata il suo debutto nel mondo della regia.

A rendere estremamente spassoso questo film del 2011 sono il suo ritmo e la sua velocità, ma il pezzo forte è costituito dalla colonna sonora e dal suo non prendersi sul serio. La visione risulta quindi leggera come una piuma di pulcino. Già dall’inizio, il messaggio è chiaro e non lascia dubbi: preparatevi al cazzeggio sfrenato.

L’originalità sta nella già citata colonna sonora e nella scelta dei protagonisti. Saranno infatti dei teppistelli di quartiere che, osservato l’atterraggio di piccole palle di fuoco dallo spazio, ne raggiungeranno una e scopriranno d’essere testimoni oculari di un’invasione aliena. Il sogno di tutti i ragazzini è dunque pronto per avverarsi: gli amici della prima adolescenza potranno gettarsi in un’avventura da film di fantascienza, per l’appunto. E’ così che la gang della periferia londinese prende le sue mazze da baseball, i suoi tirapugni e le sue catene per affrontare gli alieni. Con i teppistelli c’è anche un cagnolino. Il divertimento sembra facile: si ammazzano i mostri come si fa nei film, tanto i protagonisti non muoiono mai, e loro sonoi protagonisti e se qualcuno lo vuole mettere in dubbio deve solo fiatare. Peccato che una volta trovatisi faccia a faccia con i feroci extraterrestri quelli gli fanno fuori il cane e i teppistelli se la danno a gambe levate. E dopo questa eloquente introduzione la storia acquista quel minimo di serietà necessario per iniziare l’avventura.

Tra tutti gli attori spunta una faccia nota come Nick Frost, che qui ha un ruolo non di punta nei panni di un coltivatore e spacciatore di cannabis. Attore e comico inglese, insieme a Simon Pegg ha scritto e interpretato (magnificamente) il ben più famoso Paul diretto da Greg Mottola. Anche Paul si rifà un po’ all’intelligente cazzeggio di Attack the block ma non è proprio la stessa cosa. Il resto del cast non appare molto noto anche perché composto da giovanissimi. E un’altra qualità del film in esame è proprio il suo essere giovanile, per questo si rivolge soprattutto ai giovani o ai più o meno vecchi che si ostinano a mantenere ben vivo il ragazzo o la ragazza che risiede in loro.

E ora veniamo agli alieni. Neri come la notte, coi denti bianchi fosforenscenti, a parte queste due caratteristiche sembrano dei mammiferi carnivori del Pleistocene. L’originalità risiede nell’oscurità dei loro corpi che inghiotte ogni fotone senza restituirlo, a indicare effettivamente un materiale non appartenente a questo globo e forse neanche a questo sistema solare. Per tutto il resto si rimanda al termine convergenza evolutiva di cui ci hanno bombardato scrittori e registi di ogni dove sin dall’alba della fantascienza con i loro innumerevoli alieni umanoidi, tra cui spiccano i famigerati Grigi o il protagonista de L’uomo che cadde sulla Terra (film o libro fa lo stesso).

Chi cercasse il massimo dell’originalità (difficile di questi tempi) o un film che faccia riflettere sulle domande universali farebbe meglio a stare alla larga da Attack the block. Chi volesse spassarsela allegramente per novanta minuti avrà quello che cerca. Intanto restiamo tutti in attesa di quei rari capolavori che capitano mediamente una volta ogni dieci anni.