Fantasy & Science Fiction: edizione italiana anno 1 numero 6

Ed eccomi qui a parlare dell’ultimo numero dell’edizione italiana di Magazine of Fantasy & Science Fiction, che Armando Corridore continua a produrre abbastanza regolarmente  per la gioia degli appassionati italiani.
Anche stavolta sono piacevolmente colpito dalle scelte di Armando. Per carità, da vecchio fan della fantascienza diciamo “tradizionale” un piccolo appunto glielo devo fare: avrei sinceramente gradito un po’ più di sf e un po’ meno fantasy nell’economia dei due ultimi fascicoli (Armando, a quando una bella novella di Robert Reed, come ad es. Katabasis o The Ant of Flanders?).

Ciò premesso, va ribadito che il livello dei racconti selezionati è ancora una volta molto alto. In particolare, in questo ultimo numero spiccano due racconti al femminile.

Il giorno più felice della sua vita della Kate Wilhelm (una delle mie autrici predilette: sempre inappuntabile il suo stile letterario e la sua cura dei personaggi) è un’incredibile commedia che parte con toni fantastici e finisce con un rovesciamento di temi e situazioni per diventare una storia prettamente, o forse sarebbe meglio dire “originalmente”, fantascientifica. Nel complesso, un racconto molto divertente che, per certi versi, mi ha fatto tornare alla mente le magnifiche commediole della Connie Willis.

L’altro pezzo di qualità eccelsa è Viaggio nel regno di Mary Rickert, una delle migliori tra le nuove autrici del fantastico. Viaggio nel regno è una storia davvero inquietante sul tema delle anime perdute, dei morti che ritornano a infestare i sogni dei vivi e a condizionarne l’esistenza. Il rapporto (un amore sublime, come osserva giustamente Corridore) che lega i due protagonisti è quanto di più strano, crudele e lugubre mi sia capitato di leggere da molto tempo a questa parte. Lugubre, tetro, ma anche molto affascinante.

Con Gordon Dickson e la sua inedita Miss Prinks, una storia degli anni cinquanta, torniamo a sorridere: qui l’autore di celebri opere d’avventura e di milizia spaziale come il ciclo dei Dorsai ci mostra il suo lato più allegro e ironico, quello che avevamo potuto apprezzare nella serie degli Hoka (composta con l’amico Poul Anderson). Miss Prinks è una simpatica zitella americana che si trova casualmente ad assumere poteri sovrumani. Come potrà conciliare la sua rigida educazione un po’ bigotta  con le gravi responsabilità che comporta l’assunzione di poteri alla Superman?

Neil Gaiman, in una delle sue storielle brevi e fulminanti, Altre vite, ci racconta la verità sull’Inferno e sulle punizioni effettive che ci attendono per i peccati commessi nella vita mondana, mentre un Robert Sheckley (Gita turistica 2179) alla fine della sua carriera e della sua vita mostra il suo lato più elegiaco in una short story dedicata alla scelta forse più difficile che un uomo debba fare, quella di come e quando lasciare queste spoglie mortali.

Fabularium, di Ray Aldridge, ci riporta su tematiche più vicine ai nostri gusti fantascientifici, ma la sua interpretazione del protagonista robotico e della sua vita interiore è quanto mai originale e lontana dalla tradizione del genere: il racconto è intriso di una poeticità e di un sense of wonder che ricorda un po’ la lirica e la prosa nostalgica del grande Cliff Simak nelle sue uniche e inimitabile storie dedicate ai robot.
Dobbiamo essere grati ancora ad Armando per aver portato all’attenzione dei lettori italiani un autore delicato e finemente letterario come Charles de Lint (per la verità c’è in giro anche un romanzo uscito per la Newton Compton, The Painted Boy), qui presente con una delle sue classiche storie ambientate nella cittadina di Newford (Le ragazze corvo), dove personaggi umani convivono con creature fantastiche. Esponente importante del new weird de Lint mostra qui il meglio delle sue qualità, in una storia di vita e sentimenti quotidiani, di quieti drammi toccati in maniera quasi inavvertibile dal senso di magia presente nell’aria di Newford.
Concludo questa breve panoramica con un cenno al geniale e godibilissimo intervento di Paul di Filippo, alle prese stavolta con l’arroganza  degli autori cui il successo ha dato alla  testa e alla loro incapacità di accettare anche le critiche più benevole.