Il trono ombra, di Django Wexler

Si era sempre immaginata gli sfuggevoli secondi di caduta estendersi in una durata infinita, il tempo allungarsi come caramello, mentre le mura della torre le sfrecciavano accanto e il vento sferzava la pelle esposta. A dire il vero, Raesinia era appena cosciente di ciò che accadeva; un solo, confuso attimo in cui il peso svaniva, e poi il terrore istintivo precedente il tremendo dolore dell’impatto. Una spalla assorbì l’urto con il terreno, frantumandosi istantaneamente, e subito dopo il cranio impattò sul vialetto con tanta forza da creparsi come il guscio di un uovo. Il corpo della principessa si contrasse, mentre i piedi raspavano debolmente sulla ghiaia, e in seguito rimase immobile e spezzato alla luce morente del tramonto.

Nel profondo, nell’angolo più oscuro di sé, Raesinia percepì qualcosa risvegliarsi…”

 

Dalla seconda di copertina:

Il re di Vordan giace sul letto di morte. Presto sua figlia Raesinia Orboan gli succederà al trono, ma il regno è minacciato da uomini ambiziosi, e povertà e speculazione stanno spingendo la popolazione allo stremo. È questo lo scenario che si presenta agli occhi di Janus, Winter e Marcus quando giungono nella capitale dopo essersi separati dal reggimento dei Coloniali. In un ultimo atto volto a proteggere il regno, il re nomina Janus ministro della Giustizia, nella speranza di contrastare l’influenza del duca Orlanko, un uomo pericoloso in grado di tenere sotto scacco la futura regina. Marcus viene nominato capo del corpo di pubblica sicurezza, mentre il compito di Winter sarà di infiltrarsi in un quartiere popolare in fermento, per disporre le proprie pedine nella partita contro Orlanko. La situazione in città è tesa, e dopo la morte del padre, il primo atto regio di Raesinia è l’istituzione di un comitato di rappresentanza popolare al quale cedere temporaneamente le prerogative politiche. Anche Janus, Marcus e Winter lottano insieme al popolo per quella terra che avevano creduto di non vedere più. Ad attenderli c’è la battaglia più difficile: il duca Orlanko sta marciando verso la capitale, alla guida di un reggimento incaricato di sedare la rivolta. Ma non sarà l’unica minaccia che dovranno affrontare, perché le grandi potenze del continente sono allarmate dal nuovo assetto politico-sociale di Vordan…

Come succede a volte con i secondi capitoli dei cicli, anche IL TRONO OMBRA (The Shadow Throne, 2014), dello statunitense Django Wexler (classe 1981), perde smalto e originalità presenti in “I Mille Nomi” (The Thousand Names, 2013), inizio della serie “The Shadow Campaigns“. Il primo romanzo colpisce per la miscela di magia e polvere da sparo: una terra ispirata all’Egitto del periodo napoleonico fa da sfondo a battaglie grandiose, dove compaiono cannoni, moschetti e, in un finale pirotecnico, anche zombi. In IL TRONO OMBRA i già noti Janus, Marcus e Winter si spostano dai deserti dell’assolata Khandar alle vie di Vordan, capitale dell’omonimo regno. A loro si aggiunge la giovane principessa Raesinia che, da subito, assurge al ruolo di protagonista principale. Personaggio enigmatico e contraddittorio, Raesinia si adopera per il benessere e l’emancipazione delle classi più umili, nonostante la sua origine reale.

L’elemento magico, che caratterizza la seconda parte del primo libro, c’è anche qui. Anzi il soprannaturale è presente dalle prime pagine, soprattutto nelle figure dei demoni che risiedono nei corpi di alcuni personaggi, dando loro una serie di poteri. Quello di cui si sente la mancanza sono le grandi battaglie che tanto entusiasmano il lettore ne “I Mille Nomi”. Lo scontro campale al termine del romanzo non raggiunge le vette di coinvolgimento a cui Wexler ha abituato.

A favore del secondo romanzo si può dire che non pochi misteri vengono risolti e maggiori informazioni sono fornite su un mondo che, almeno nella città di Vordan, ricorda molto la Parigi alla vigilia della rivoluzione francese. Wexler prende da questo avvenimento storico più di uno spunto: infatti buona parte della sezione centrale del romanzo è occupata dalla presa della fortezza di Vendre da parte dei rivoltosi. Le similitudini con la presa della Bastiglia sono evidenti.

Sebbene l’azione non sia dominante e si notino qua e là alcune situazioni poco verosimili, il romanzo è comunque godibile e soprattutto scorrevole, grazie a uno stile semplice e senza pretese.

Nel finale Wexler prepara il terreno per il prossimo capitolo, ancora in fase di scrittura, di un ciclo che dovrebbe contare, nelle intenzioni dell’autore, ben cinque titoli.

Django WEXLER, IL TRONO OMBRA (The Shadow Throne, 2014), trad. di Stefano Sereno, Fanucci, Collezione Immaginario Fantasy, 597 pp., 2014, prezzo 20,00 € (ebook 4,99 €)