Intervista a Robert Reed

Nato il 9 ottobre del 1956 a Omaha, nel Nebraska, Robert David Reed ha vinto il premio Hugo nel 2007 con il magnifico romanzo breve A Billion Eves (Un miliardo di donne come Eva, Delos Books) ed è considerato in patria come uno dei massimi scrittori di fantascienza viventi. Eclettico e multiforme, Reed ha al suo attivo più di una dozzina di romanzi (tutti inediti in Italia) e circa duecento racconti e romanzi, tra cui vanno ricordati, oltre al già citato A Billion EvesLa verità (The Truth), apparso anch’esso su Odissea Delos, e Celacanti (Coelacanths). Una particolare importanza riveste, all’interno del suo opus letterario, il ciclo dedicato alla Grande Nave, un’immensa astronave che viaggia da millenni attraverso la Galassia, popolata da innumerevoli culture e civiltà umane e aliene. Alcuni inediti di questo celebre ciclo saranno presto pubblicati sulla collana Biblioteca di un Sole lontano (Delos Digital). Su questa collana esce ora Il Salvatore (Savior), un’intensa storia sulle atrocità della Guerra ambientata nel vicino futuro e incentrata sulla figura di un comandante militare che ha contribuito a salvare la razza umana.

Fabia F. Centamore, che ha anche tradotto Il Salvatore, ci propone una interessante intervista a quest’autore a me così caro.

 

Come hai iniziato a scrivere storie di fantascienza? Quale è stata la tua prima esperienza come scrittore?

Quand’ero un giovane adolescente, decisi di scrivere un romanzo. Era pieno di animali giganti e altri mostri, violenze e lesioni permanenti; in realtà poi, ad eccezione della mappa di questo mondo sconosciuto, di questa storia non ricordo quasi nulla. Naturalmente non lo completai. Certo, non mi vergogno di quel fallimento. Anzi fu un tonificante primo passo nell’occupazione della mia vita.

Hai una storia, o un autore, ideale? Qualcosa, o qualcuno, che hai letto e adesso consideri una guida per la tua ispirazione?

Ciò che voglio dalla scrittura è la sensazione che ho ricavato quand’ero un giovane lettore—quella scossa che dà una qualche grande idea quando ti passa davanti per la prima volta. Anche se devo ammettere che, più di trent’anni dopo, le vecchie storie non ti scuotono più come facevano di solito.

C’è qualcosa dalla tua vita reale (un’esperienza, una competenza, una persona, un posto o altro) nei tuoi racconti e romanzi?

Fatti quotidiani. Il lavoro alla fattoria. Piccoli incidenti che nessuno a parte me trova interessanti. Tutti questi elementi vanno a confluire nelle mie storie.

Ci puoi descrivere la tua tipica giornata di lavoro?

Cerco di lavorare ogni giorno, anche se ci sono eccezioni. Di mattina lavoro più che nel pomeriggio, Il mio lavoro poi non va a invadere le mie serate—eccetto che dentro la mia testa, spesso fuori giro (non so cosa stia rimuginando il mio cervello per metà del tempo). Se ho un progetto, mi consuma l’esistenza.

Quanto è importante secondo te la conoscenza scientifica per essere un buon autore di FS?

Non posso parlare per gli altri. Ma certo, idealmente, lo scrittore di FS dovrebbe e vorrebbe sapere tutto della conoscenza scientifica di oggi, e magari anche dei prossimi dieci anni nel futuro. Purtroppo non è possibile. Così cerco di imparare ciò che posso; poi, quando mi sostiene la conoscenza, ci metto sopra quello che esce dalla mia fantasia.

Presto leggeremo per la prima volta in Italia Il salvatore, un tuo racconto del 1998. Ci puoi spiegare com’è nato?

E’ stato un sacco di tempo fa. Mi immaginai un titolo e un’idea generale per una storia e, come faccio sempre, scrissi la targa “Il salvatore” fra i miei lavori futuri. Poi dimenticai di cosa trattava la storia. “Cosa ci voglio fare?” Chiesi a me stesso. Così pensai ad un’altra storia partendo da quell’unico appunto.

Più di duecento racconti, ma solo undici romanzi, è così? Perché preferisci scrivere narrativa breve?

Ci sarebbero stati ancor più romanzi. Ma alcune idee sono rimaste invendute. Di recente inoltre, grazie al self-publishinge alla letteratura in formato digitale, queste grandi storie non hanno più spazio. Da qui la mia predilezione per le storie brevi: posso fare quasi tutto ciò che voglio e ci sarà sempre qualcuno che comprerà le mie opere. Le case editrici non hanno possibilità, grandi e piccole. Ma una piccola rivista può diventare straordinariamente aggressiva.

Ci sono storie che vorresti riscrivere in maniera più efficace? Ci sono storie che ancora non sei riuscito a scrivere?

Mi piace leggere le mie stesse opere, e al contempo lo odio. Sto continuamente a riscrivere—perfino il lavoro consolidato cinque minuti prima.

Riguardo al ciclo di Marrow? Scriverai altre storie?

Al momento, ci sono un sacco di storie ambientate nell’universo di Marrow. Vedi qui:

http://www.isfdb.org/cgi-bin/pe.cgi?12285

Ci puoi dire qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Ho un nuovo romanzo appena pubblicato negli Sati Uniti. Anche se non si tratta propriamente di un romanzo. The Memory of Sky, pubblicato da Prime Books, è una trilogia che indirettamente si ricollega al ciclo della Grande Nave e a Marrow. Inoltre ho un libro auto pubblicato, The Greatship appunto, già disponibile on-line. Si tratta di una collezione di molte delle mie storie ambientate su Marrow.

Infine, sto anche lavorando con un’azienda che produce giochi chiamata Bungie, e svolgo piccole commesse per la realizzazione di una nuova avventura chiamata Destiny.