La festa di San Dioniso, di Robert Silverberg

Un romanzo breve che parla di un astronauta infelice coinvolto da un culto trascendentale nel deserto californiano.

John Oxenshuer è un astronauta afflitto dai rimorsi e dai sensi di colpa. Durante una missione su Marte i suoi compagni di viaggio sono morti tragicamente e lui ha fatto un solitario e triste ritorno sulla terra. John deve quindi combattere i suoi demoni in un mondo che non sente più suo, una società in cui non si riconosce e in cui ha evidenti difficoltà di reinserimento. A questo si aggiungono i sensi di colpa dovuti ai suoi sentimenti per la vedova di uno dei suoi compagni perduti su Marte. Decide quindi di avventurarsi nel deserto alla ricerca di quella solitudine che già pervade il suo animo, ma si imbatte nei seguaci di un culto particolare che lentamente gli mostreranno un’alternativa al suo triste vivere e lo aiuteranno ad affrontare gli incubi che lo divorano.

La Festa di San Dionisioè un romanzo breve che si legge d’un fiato, scritto con un stile agevole e caratterizzato da una forte introspezione. È comunque evidente che il romanzo risulta impregnato di una cultura “alternativa” che si diffondeva a macchia d’olio in quegli anni negli States, come un po’ in tutto l’emisfero occidentale. Lo stesso Silverbergafferma “era inevitabile che la nostra immersione nella psichedelia, nelle filosofie orientali, nella musica bizzarra, e in altri fenomeni del momento avrebbe avuto degli effetti sul tipo di fantascienza che stavamo scrivendo in quel periodo. Il mondo aveva uno splendore fluorescente in quei giorni, e la fantascienza non è nient’altro se non un riflesso dell’epoca in cui viene scritta”.

Se le scivolate nel bizzarro non vi spaventano questo romanzo vi piacerà, del resto Robert Silverberg non ha certo bisogno di presentazioni, chiunque non lo conoscesse è invitato calorosamente a fare un pellegrinaggio bibliografico e chiedere perdono per il tempo perduto.

Nonostante sia sempre più difficile trovare in libreria la fantascienza recente, ma anche e soprattutto quella meno recente, Sivlerberg è stato più volte ripubblicato in questi anni. È stato infatti riportato in Italia da Elara con lo splendido “Roma Eterna” e tradotto in digitale dalla Delos nella collana Biblioteca di Un Sole Lontano di cui fa parte questo La Festa di San Dionisiooltre a Passeggeri, l’Imperatore e la Maula, Manoscritto trovato in una macchina del tempo abbandonatae il bellissimo e pittoresco Tempo da Leoni a Timbuctù(pubblicato anche il versione cartacea nell’ultimo Robot).

Tutte occasioni da non perdere per chi, in notevole ritardo, volesse approfondire un autore fra i più importanti nella storia della fantascienza.