Lotto 117, di Fabio Centamore

Quale migliore occasione per fuggire dai ritmi frenetici imposti dalla società interplanetaria che acquistare a prezzi stracciatissimi una vastissima proprietà con annessa miniera nel solitario nulla di Marte, il Pianeta Rosso? Ma quello che era sembrato un ottimo affare per l’Ingegnere Bastiano Malpelo, brillante quanto misantropo terrestre in fuga dal caos del proprio pianeta, si tramuta subito in un incubo: inspiegabili e inquietanti apparizioni infestano il sottosuolo del lotto 117. A Malpelo servirà molto spirito creativo e determinazione per volgere a proprio vantaggio una situazione apparentemente senza via d’uscita.

Nel XIX secolo Giovanni Verga narrò di genti di Sicilia, oppresse e piegate dagli eventi che però mai abdicarono alla propria dignità. Tra loro, Rosso Malpelo, protagonista dell’omonima novella, è stato a lungo una figura iconica nell’immaginario collettivo. Indurito da una giovinezza spesa a lavorare in miniera, isolato perfino dai suoi pari, Malpelo dissimulava la sua fragilità, l’infinita solitudine e la propria umanità dietro una corazza fatta di ruvidezza misantropia e comportamenti violenti, all’apparenza gratuiti.

Nel XXI secolo Fabio Centamore, orgogliosamente siciliano, con felice intuizione, rende omaggio al grande scrittore verista reinterpretando questo capolavoro del nostro patrimonio letterario in un racconto di fantascienza.

I circa 130 anni trascorsi a cavallo di 3 secoli marcano però le differenze: il ragazzo di Sicilia sfruttato, senza possibilità di riscatto in una società immobile e fortemente classista, vestito solo della propria dignità, è trasformato da Fabio in un adulto che, gravato da un colpevole passato di ingegnere progettista di armi, si allontana volontariamente dal mondo, spinto al contempo dalla propria misantropia e dal desiderio di purificazione. Egli fugge ai margini di una società cui l’acquisita dimensione interplanetaria (leggasi globalizzazione) non pare aver recato miglioramento dai mali che già affliggono il nostro presente. Bastiano Malpelo (Bastiano è il nome di uno dei protagonisti de “I Malavoglia”, che fu adulto e padre, quando invece Rosso Malpelo fu solo giovane e figlio, prematuramente privato della figura paterna), pur mantenendo la ruvidità finanche violenta e i tratti fisici del suo antenato letterario, è un uomo istruito ed emancipato, risoluto e brillante, capace di sfruttare le occasioni. Anche la miniera che fu luogo simbolico di solitudine forzata, sfruttamento e annichilimento, diventa simbolo di interiorità e terreno di sfida intellettuale e razionale in cui le apparizioni spettrali sono simbolici spauracchi da abbattere, metafore ad un tempo delle nostre paure ancestrali e di quelle che, con metodo, ci vengono abilmente ammanite come mezzi di distrazione di massa.

Stilisticamente Fabio non lascia nulla al caso: con perizia, del Verga ripropone e personalizza gli stilemi, adattandoli con efficacia ad un contesto ad essi alieno per genere e teorizzazione, conferendo al racconto, alle ambientazioni e ai suoi personaggi tratti marcati, rapidi e lucidi, essenziali come i polverosi Rossi ambienti marziani.

“Lotto 117” è una piacevole sorpresa, felice connubio di contenuti e suggestioni, validamente supportate da perizia narrativa. L’esempio ben riuscito, cui dedicare del buon tempo di lettura, delle potenzialità espressive della fantascienza.