Non prima che siano impiccati, di Joe Abercrombie

“Ancora vivo. Ancora vivo. Ancora vivo…”

 

Presentazione della Gargoyle:

Come si fa a difendere una città accerchiata dai nemici e zeppa di traditori, quando non puoi assolutamente fidarti dei tuoi alleati e il tuo predecessore è svanito nel nulla senza lasciare traccia? Ce n’è abbastanza da far venire all’Inquisitore Glokta una gran voglia di darsela a gambe, se non dovesse appoggiarsi al bastone anche solo per stare in piedi. Eppure il torturatore dovrà restare e trovare le risposte di cui ha bisogno prima che l’esercito dei Gurkish arrivi a bussare alla sua porta. Gli Uomini del Nord hanno violato il confine dell’Angland e ora stanno mettendo a ferro e fuoco quella gelida terra. Intanto il Principe Ereditario Ladisla si prepara a ricacciarli indietro e a guadagnarsi la gloria eterna. C’è solo un problemino: il suo è l’esercito peggio equipaggiato, addestrato e comandato del mondo intero. Nel frattempo Bayaz, il Primo dei Magi, guida una spedizione di avventurieri in missione fra le rovine del passato. La donna più odiata del Sud, l’uomo più temuto del Nord e il ragazzo più egoista dell’Unione formano proprio una strana compagnia, ma se solo non si disprezzassero così tanto l’un l’altro sarebbero letali.

Antichi segreti verranno rivelati. Saranno perse e vinte sanguinose battaglie. Acerrimi nemici riceveranno il perdono, ma non prima che siano impiccati.”

 

Con NON PRIMA CHE SIANO IMPICCATI (Before They Are Hanged, 2007), il britannico Joe Abercrombie approfondisce l’universo heroic fantasy della Prima Legge.

Da un lato continuano le avventure, descritte con il consueto realismo e senza concessioni al fiabesco, dei protagonisti già conosciuti in “Il richiamo delle spade (The Blade Itself, 2006), dall’altro l’autore coglie l’occasione per svelare una serie di misteri e per rispondere ad alcune domande (non tutte) poste nel libro precedente.

Le digressioni non appesantiscono la narrazione, che mantiene un ritmo elevato. Quelli che emergono sono però i limiti, non vistosi ma presenti, di questo scrittore altrimenti valido.

Abercrombie è un ottimo narratore di storie, che nulla ha da invidiare ad autori del calibro di George R.R. Martin (per fare uno dei nomi più apprezzati degli ultimi anni). I personaggi, molti dei quali con la propria sottotrama, sono ben caratterizzati. E alcuni sono indubbiamente simpatici, come il sorprendente inquisitore Glokta o il tormentato guerriero Logen. Inoltre l’ironia che trapela dalle pagine rende la lettura ancora più scorrevole e divertente.

Ciò in cui il bravo Abecrombie non sembra essersi impegnato con altrettanto successo è lo scenario che fa da sfondo alle gesta di Bayaz, Logen, Glokta e soci, cioè nel cosiddetto worldbuilding.

L’Unione che si trova nel mezzo del Mondo Circolare ricorda l’Inghilterra del XVII secolo, sebbene senza armi da fuoco, con un’aristocrazia dominante e una classe mercantile ambiziosa.

Assai più scontato il cosiddetto Vecchio Impero, per il quale l’autore ha attinto a una fonte di chiara ispirazione romana, come dimostrano i nomi e le descrizioni architettoniche. Altrettanto banale è l’impero meridionale dei Gurkish che già dal nome del sovrano, Uthman-ul-Dosht, lascia capire molto della sua natura arabeggiante. Anche nell’arcipelago styriano, un insieme di principati dalla cultura sofisticata, è facilmente riconoscibile il modello di riferimento: l’Italia rinascimentale.

La mitologia, così com’è narrata dallo stregone Bayaz e che tanto peso ha nell’economia della storia, non è accattivante né originale quanto altre creazioni di questo genere, e mostra, in più parti, una superficialità sorprendente in un autore dalle capacità di Abercrombie: chi scrive ha l’impressione che sia stata pensata solo come pretesto per innescare le avventure descritte nella trilogia, e si aspetta che gli enigmi che circondano il misterioso Seme siano svelati nel capitolo finale.

Data l’alta qualità della storia e dello stile, questo limite di Abercrombie è ampiamente trascurabile e, se certi nomi fanno sorridere un lettore non anglosassone o con un minimo di erudizione, il romanzo rimane uno dei più piacevoli nel panorama fantasycontemporaneo.

Ovviamente la lettura di NON PRIMA CHE SIANO IMPICCATI non può avvenire senza aver letto il primo capitolo della saga e, una volta conclusa, spingerà il lettore amante del genere a procurarsi il volume conclusivo, “L’ultima ragione dei Re” (Last Arguments of Kings, 2008), pubblicato sempre dalla casa editrice romana Gargoyle.

Joe ABERCROMBIE, NON PRIMA CHE SIANO IMPICCATI (Before They Are Hanged, 2007), trad. di Benedetta Tavani, Gargoyle, collana Gargoyle Extra, 704 pp., 2013, prezzo € 19,90.