Profilo di Isaac Asimov

L’aria, in un certo senso, si era fatta più densa. Il crepuscolo, simile a un’entità palpabile, penetrava nella stanza, e i tremolanti cerchi di luce gialla attorno alle torce si stagliavano sempre più vividi contro l’oscurità circostante. C’era odore di fumo e, bruciando, le torce emettevano piccoli scoppiettii; c’erano i passi smorzati di uno degli uomini che, in punta di piedi, si spostava attorno al tavolo sul quale lavorava; c’era, di tanto in tanto, qualcuno che tratteneva il respiro, cercando di mantenere la calma in un mondo che si stava ritirando nell’ombra.
CADE LA NOTTE / NOTTURNO (Nightfall, 1941)
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Ed eccomi alle prese con Isaac Asimov (2 gennaio 1920 – 6 aprile 1992), la figura più nota nel campo della SF, lo scrittore probabilmente più letto da tutti, incontrato da generazioni di lettori di tutte le età, anche il più presente da anni sugli scaffali delle librerie, in un panorama fattosi invece deprimente per troppi altri scrittori di valore.
Isaac nasce in Russia, ma già nel 1923 si trasferisce negli USA con la famiglia e nel 1928 diventa cittadino americano. Scopre la SF leggendo le riviste che trovava nel negozio di dolciumi del padre e debutta giovanissimo con il suo primo racconto, Little Brothers, addirittura nel 1934, apartire da lì la sua produzione diventerà davvero sterminata. Non particolarmente coinvolto nel mondo del fandom, si associa per un certo periodo ai Futuriani, dove incrocia la strada di Frederik Pohl, che più tardi pubblicherà molte delle prime storie asimoviane su Astonishing Stories e Super Science Stories e con il quale collaborerà con uno dei suoi ultimi lavori, non di narrativa, Our Angry Earth (1991), nel quale viene trattato il tema della crisi ambientale.
Precoce anche negli studi, si laurea in chimica nel 1939, poi prende un Master of Arts nel 1941 e il dottorato di ricerca (PhD) nel 1948, dopo avere servito nel corso della Seconda Guerra Mondiale presso la stazione sperimentale aeronavale degli Stati Uniti, in compagnia di Robert Heinlein e L.Sprague de Camp. Nel 1949 entra nella scuola di medicina dell’Università di Boston dove diventa professore associato di biochimica, fino al 1958, smettendo di insegnare per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Inizia a diventare famoso nella SF a partire dal 1940, condividendo con Heinlein il trono di scrittore più noto.
Il momento del debutto nella SF avviene col racconto NAUFRAGIO AL LARGO DI VESTA( Marooned off Vesta) sul numero di Amazing del marzo 1939, inoltre inizia ad avere un rapporto di forte amicizia e collaborazione con John W.Campbell Jr., curatore di Astounding, che lo supporta in ogni modo, dando vita a qualcosa che si rivelerà decisamente notevole e fruttifero. Asimov esplode letteralmente nel giro di pochi anni, all’alba del 1942, ancora giovanissimo, è già sulla rampa di lancio con i semi che piantati allora contraddistingueranno la sua carriera e la sua fama nei decenni seguenti, Strange Playfellow nel 1940, da noi meglio conosciuto col titolo che arriverà più tardi, ROBBIE in IO, ROBOT (I, Robot), antologia del 1950, col quale inizia la sua celeberrima serie dedicata ai robot, quindi lo stupendo CADE LA NOTTE o NOTTURNO (Nightfall) nel 1941, un racconto ancora adesso di una bellezza straordinaria per fascino e intuizione, il suo più famoso e uno dei veri vertici nella storia della SF, il mio felice incontro con esso è una delle ragioni principali del mio ingresso nel genere, indimenticabile, arriva anche Foundation sul numero di maggio del 1942 di Astounding, la base iniziale del ciclo di FONDAZIONE, probabilmente il più conosciuto a livello mondiale ancora ai nostri giorni, un Impero Galattico tra Planetary Romance e Space Opera.
I Robot e la Fondazione accompagneranno da allora fino alla fine Asimov, mentre è curioso notare che Nightfall, che verrà votato dalla SFWA migliore racconto di sempre di SF, nasce da un’idea di Campbell, che sottopone a Isaac una frase di Ralph Waldo Emerson (Se le stelle apparissero una sola notte ogni mille anni, come gli uomini potrebbero credere e adorare, e serbare per molte generazioni la rimembranza della città di Dio?), chiedendogli appunto di ricavarne una storia, e la cosa verrà fuori decisamente bene. Da dimenticare invece il romanzo derivato da essa, NOTTURNO (Nightfall, 1990), scritto in collaborazione con Robert Silverberg, che riuscirà solo a diluire e ad annacquare la bellezza del racconto, rivelandosi sostanzialmente inutile (e dannoso). Le famosissime Tre Leggi della Robotica vengono introdotte col terzo racconto dei Robot, BUGIARDO! (Liar!, 1941) e vengono poi completate in CIRCOLO VIZIOSO (Runaround, 1942), il bello è che mentre Asimov le accreditava in gran parte a Campbell, quest’ultimo faceva lo stesso nei confronti di Isaac…
Asimov ribalta le convenzioni della narrativa pulp dell’epoca coi robot in genere mostri metallici, introducendo i robot dal cervello positronico e le tre Leggi gli consentiranno in numerosi racconti e romanzi di elaborare intriganti e sottili trame proprio giocando sul rispetto o meno di esse. Nei suoi due romanzi robotici degli anni ’50, ABISSI DI ACCIAIO (Caves of Steel, 1954) ambientato in una New York meccanizzata e IL SOLE NUDO (The Naked Sun, 1957), introduce la figura del detective umano Lije Baley, che agisce col collega robotico R Daneel Olivaw, a cui affida la risoluzione dei casi che coinvolgono i robot e il rispetto delle Leggi.
Questi due romanzi, descrivono un futuro nel quale la sovrappopolazione ha spinto le persone a vivere nel sottosuolo, mentre gli Spaziali, loro discendenti e rivali, cercano gloria tra le stelle, fazione per la quale Asimov non simpatizza moltissimo, rivelando anche la sua agorafobia, che lo contraddistingue dai tempi di Nightfall.
Alcune delle storie sui robot furono adattate per una serie tv della BBC, Out of the Unknown, Harlan Ellison scrisse una sceneggiatura per I, Robot nel 1978, pubblicata anche come I, Robot: The Illustrated Screenplay nel 1994, il film che poi invece uscì come Io, Robot nel 2004, regia di Alex Proyas con Will Smith, non ha nulla a che vedere con questo lavoro ed è anche piuttosto lontano dall’opera di Asimov.
I racconti di FONDAZIONE sono invece collocati in un futuro molto più lontano, permettendo ad Asimov di sbizzarrirsi maggiormente con la sua fantasia, la prima, storica serie, che resterà anche la migliore, è ambientata in un grande Impero Galattico ed è formata da CRONACHE DELLA GALASSIA o PRIMA FONDAZIONE (Foundation, tra il 1942 e il 1944 su Astounding, poi come fixup nel 1951), IL CROLLO DELLA GALASSIA CENTRALE o FONDAZIONE E IMPERO (Foundation and Empire, nel 1945 su Astounding, come fixup nel 1952) e L’ALTRA FACCIA DELLA SPIRALE o SECONDA FONDAZIONE (Second Foundation, tra il 1948 e il 1950 su Astounding, come fixup nel 1953), poi ristampati in varie salse sia negli USA che qui da noi, solo la trilogia e poi coi vari seguiti. Sfruttando alcuni elementi derivati dal racconto Black Friar of the Flame (1942), Asimov la concepisce in origine come una serie di storie ispirate alla caduta dell’Impero Romano virata in SF. La serie evolverà nel tempo, su consiglio dell’onnipresente Campbell che non gradiva alieni superiori al genere umano, Asimov escluderà ogni presenza aliena dalla sua storia futura. Grandiosa, via via sempre più epica, la prima trilogia è e resta un vero caposaldo nella storia della SF, nel 1965 verrà insignita di un Premio Hugo ad honorem come “Best All-Time Series”, visto che al momento della sua uscita il premio ancora non esisteva. La trama è universalmente conosciuta, l’Impero Galattico (modellato appunto su quello romano) sta decadendo e morendo e si teme una lunga e buia notte civile e culturale, ma l’inventore della psicostoria, Hari Seldon, crea due Fondazioni (ispirate alla Chiesa Cristiana, anche se l’ateo Asimov lascia sotto traccia l’analogia) per limitare il periodo di tempo tra l’inevitabile crollo e la rinascita di un nuovo ordine galattico, da 30.000 anni a 1.000. La Prima Fondazione è pubblica e visibile a tutti, mentre la Seconda resta segreta, anche per potersi confrontare con variabili sconosciute, come l’affascinante figura del Mule, un mutante con poteri psi.
Intanto Asimov pubblica anche altro, PARIA DEI CIELI (Pebble in the Sky, 1950), STELLE COME POLVERE (The Stars Like Dust, 1951), LE CORRENTI DELLO SPAZIO (The Currents of Space, 1952), poste agli inizi dell’Impero Galattico, non hanno effettive connessioni con Fondazione. Il primo romanzo è ambientato in una Terra devastata molto tempo dopo un olocausto nucleare, il secondo parla di tirannie sparse nella galassia e sono due opere relativamente minori, più interessante il terzo su un misterioso disastro che ha coinvolto un mondo è stato predetto da un esperto, sofferente di amnesia.
Nel 1955 esce LA FINE DELL’ETERNITA’ (The End of Eternity), una complessa storia che coinvolge il Tempo, tra paradossi, viaggi e polizia temporale, considerata da alcuni critici come la sua migliore opera.
Con lo pseudonimo di Paul French scrive tra il 1952 e il 1958 anche una serie per ragazzi, Lucky Starr, che parte con LUCKY STARR, IL VAGABONDO DELLO SPAZIO (David Starr, Space Ranger) e proseguirà con altri 5 romanzi.
Molti dei suoi migliori racconti escono su svariate antologie, di cui ricordo MALEDETTI MARZIANI (The Martian Way, and Other Stories, 1955) e LA TERRA E’ ABBASTANZA GRANDE (The Earth Is Room Enough, 1957).
Nel 1958 la sensazione era che le serie sui robot e sulla Fondazione fossero complete e non esistevano ragioni plausibili per le quali le due sequenze potessero essere in qualche modo collegate, anche se lo stesso Asimov non dice nulla al riguardo. Risente in qualche modo della comparsa sulla scena dello Sputnik, come descrive in un’antologia del 1960, Who Killed Science Fiction?, e, forse anche per una crisi personale, abbandona momentaneamente la narrativa e passa a scrivere articoli divulgativi di scienza per The Magazine of Science and Science Fiction, iniziando nel 1958 e proseguendo per 399 numeri, finché la cattiva salute gli impedirà di completare il 400° numero nel 1991. Nel 1963 questo suo contributo scientifico gli varrà un Hugo con la menzione “for adding science to science fiction”. La produzione di articoli scientifici asimoviana è di portata vastissima, giusto ricordare la meritoria opera da lui svolta, ma, anche per ragioni di spazio, ne faccio solo un cenno e torno all’aspetto narrativo.
Nel periodo tra il 1958 e il 1980 all’incirca, Asimov non scrive moltissimo relativamente alla SF, nel 1966 il romanzo basato sulla sceneggiatura (di Otto Klement e Jerome Bixby) del film VIAGGIO ALLUCINANTE (Fantastic Voyage) di Richard Fleischer, che più avanti verrà proseguito con DESTINAZIONE CERVELLO (Fantastic Voyage II: Destination Brain, 1987), sulla miniaturizzazione, ma soprattutto NEANCHE GLI DEI (The Gods Themselves, 1972), vincitore di Hugo e Nebula (argomento sul quale mi sono già espresso nel profilo di Robert Silverberg), dove introduce, cosa abbastanza inusuale per lui, esseri alieni e che parla di una potenziale catastrofe dovuta a passaggi di energia tra universi alternativi, uno dei suoi romanzi migliori. Tra le tante antologie ricordiamo ANTOLOGIA PERSONALE (Nightfall and Other Stories, 1969), ASIMOV STORY (The Early Asimov, 1972), IL MEGLIO DI ISAAC ASIMOV (The Best of Isaac Asimov, 1973), TESTI E NOTE (Buy Jupiter, and Other Stories, 1975), IL VENTO E’ CAMBIATO (The Winds of Change, 1983), LE MIGLIORI OPERE DI FANTASCIENZA (The Best Science Fiction of Isaac Asimov, 1986), SOGNI DI ROBOT (Robot Dreams, 1986) e VISIONI DI ROBOT (Robot Visions, 1990). Nel 1976esce il bel racconto L’UOMO BICENTENARIO (The Bicentennial Man), una delle sue cose migliori sui robot, vincitore di Hugo e Nebula.
Nel 1977 viene coinvolto nella creazione della rivista Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine, che ora si chiama Asimov’s Science Fiction. Negli anni ’80 ritorna alla grande alla SF come scrittore a tempo pieno e si lancia nell’ambizioso tentativo di fondere le sequenze dei robot e della Fondazione, col trascurabile problema che i robot non apparivano nell’Impero Galattico… In pratica suggerisce che l’Impero derivi da una creazione degli stessi robot, basata sulla loro conoscenza delle Tre Leggi e introducendo anche la Legge Zero, la quale presuppone che i robot proteggano il genere umano nella sua totalità, per permettere la sua sopravvivenza tra le stelle. La nuova serie comprende I ROBOT DELL’ALBA (The Robots of Dawn, 1983), I ROBOT E L’IMPERO (Robots and Empire, 1985), PRELUDIO ALLA FONDAZIONE (Prelude to Foundation, 1988), L’ORLO DELLA FONDAZIONE (Foundation’s Edge, 1982), vincitore di un Hugo, FONDAZIONE E TERRA (Foundation and Earth, 1986) e la raccolta di racconti FONDAZIONE ANNO ZERO (Forward the Foundation) del 1993, la sua ultima opera di narrativa completa. I nuovi romanzi sono decisamente più corposi di quanto fatto prima da Asimov e incontrano un notevole successo commerciale, ma non vengono apprezzati da molti lettori, che trovano l’operazione di fusione troppo forzata, non sempre riuscita, spesso con personaggi troppo logorroici e con uno stile narrativo differente che non sempre piace. Anch’io non li ho trovati particolarmente memorabili, non hanno aggiunto nulla alla sua giusta fama, anzi, più interessati a monetizzare il suo successo che una ricerca di validità narrativa, i tentativi di fondere assieme le opere di una vita dopo tanti anni, vedi anche Robert Heinlein e Stephen King, non sempre portano a grandi risultati, se non sul conto in banca.
ROBOT NDR-113 (The Positronic Man) del 1976, espanso nel 1992 e scritto con Robert Silverberg, diventerà nel 1999 il film L’UOMO BICENTENARIO, con Robin Williams. Con la moglie Janet Asimov scriverà anche una serie (NORBY) sui robot, per ragazzi. Nel 1989 esce il romanzo NEMESIS (Nemesis). Nel 1992 vince un altro Hugo col racconto Gold.
Per il lavoro complessivo svolto durante la sua vita riceve lo SFWA Grand Master Award nel 1987ed entra nella Science Fiction Hall of Fame nel 1997.
Senz’altro, ancora ai nostri giorni, il maggiore ambasciatore della SF, anche presso il grande pubblico non specializzato, intelligente, arguto, spiritoso, ironico, le sue brevi presentazioni di racconti nelle tante antologie sulla SF che ha curato sono impagabili, per 50 anni ha praticamente rappresentato la SF e l’idea che se ne aveva di essa. E basta dare un’occhiata agli scaffali delle librerie per vedere come sia ancora ben presente e come renda ancora in termini di vendite.
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HARI SELDON… nato nell’anno 11.988 dell’Era Galattica, morto nel 12.069. Nell’attuale calendario dell’Era della Fondazione queste date corrispondono agli anni meno 79 e primo. Figlio di genitori della media borghesia di Helicon, nella regione di Arcturus (dove suo padre era coltivatore di tabacco nelle piantagioni idroponiche del pianeta), Seldon aveva rivelato, fin dalla prima giovinezza, una spiccata attitudine alle scienze matematiche. Gli aneddoti riguardanti questa sua qualità sono innumerevoli. Si dice che all’età di due anni… La Psicostoria fu senza dubbio la scienza alla quale portò il maggior contributo. Seldon ne approfondì lo studio ricavando da una raccolta di pochi assiomi una profonda scienza statistica… … Il documento più importante che possediamo sulle vicende della sua vita è una biografia scritta da Gaal Dornick il quale, in gioventù, aveva conosciuto il grande matematico due anni prima che questi morisse. La storia del loro incontro…
ENCICLOPEDIA GALATTICA
PRIMA FONDAZIONE / CRONACHE DELLA GALASSIA
(Foundation, 1952)