Profilo di J. G. Ballard

«Di giorno fantastici uccelli volavano nella foresta pietrificata, e alligatori coperti di gemme scintillavano come salamandre araldiche sulle rive del fiume di cristallo. Di notte, l’uomo luminoso correva tra gli alberi, le braccia simili a ruote d’oro, e la testa a una corona spettrale…»
L’UOMO LUMINOSO (The Illuminated Man, 1964)

 

J. G. Ballard (15 novembre 1930 – 19 aprile 2009) nasce a Shangai e, ancora bambino, viene internato in un campo di prigionia giapponese nel corso della Seconda Guerra Mondiale, esperienza che poi racconterà nel suo celebre romanzo L’IMPERO DEL SOLE.
Arriva nel Regno Unito nel 1945 e più tardi studierà Medicina al King’s College di Cambrige, ma in seguito abbandonerà senza prendere la laurea.
Debutta nel mondo della SF con due racconti, Escapement per New Worlds e Prima Belladonna per Science Fantasy, entrambi nel dicembre del 1956.
Già dall’inizio si mostra come un innovatore della SF, profondamente influenzato dal surrealismo e dai primi autori della cultura pop darà una bella scossa al genere, venendo per questo sia amato che odiato e forse anche per questo nella sua carriera riceverà un solo premio, un BSFA nel 1980 per SOGNO S.P.A. (The Unlimited Dream Company, 1979) che però non è esattamente SF.
La sua narrativa breve, da molti considerata la sua cosa migliore, è profondamente intrisa di psicologia, di strani paesaggi desolati e di una tecnologia malata e rovinata. Splendidi racconti escono negli anni tra il 1957 e il 1960, senza farne un lungo elenco è meglio ricordare le antologie che contengono questi ed altri successivi come INCUBO A QUATTRO DIMENSIONI (The Four-Dimensional Nightmare, 1963), ESSI CI GUARDANO DALLE TORRI e PASSAPORTO PER L’ETERNITA’ (Passport to Eternity, 1963), IL GIGANTE ANNEGATO (The Terminal Beach, 1964), ORA ZERO (The Venus Hunters, 1980, versione rivisitata di The Overloaded Man del 1967), IL GIORNO SENZA FINE (The Day of Forever, 1967), LA ZONA DEL DISASTRO (The Disaster Area, 1967). Diverse antologie di questo periodo precedente agli anni ’70 sono ancora inedite in Italia.
Intanto nel 1962 Ballard inizia ad usare il termine “Spazio Interiore” con un suo articolo per New Worlds, COME SI ARRIVA ALLO SPAZIO INTERIORE (Which Way to Inner Space), nel quale descrive la sua filosofia narrativa e le sue ossessioni relative a come vede la SF, spostando completamente l’attenzione dalle galassie, i relativi imperi galattici, le space opera, all’esplorazione della psiche umana e di altro connesso solo col nostro pianeta, dando inizio alla New Wave britannica e dichiarando che “L’unico pianeta veramente alieno è la Terra.”.
Certo che tra la visione della fantascienza di Asimov e quella di Ballard si apre un discreto baratro, dimostrando soprattutto quante voci possa contenere il genere e quanti universi, interiori e esteriori possano essere esplorati.
LE VOCI DEL TEMPO (The Voices of Time, 1960) è uno dei più importanti racconti della sua prima fase, la visione apocalittica di una drammatica devoluzione del genere umano. Negli anni ’60 Ballard scrive anche i vari racconti, tra poeti, artisti e attrici in un ambiente morboso e decadente, che andranno a comporre quella stupenda raccolta che risponde al nome di I SEGRETI DI VERMILION SANDS (Vermilion Sands, 1971).
Il 1961 è l’anno del suo primo romanzo, VENTO DAL NULLA (The Wind from Nowhere, inizialmente come Storm-Wind), i cui proventi gli permetteranno di intraprendere la carriera di scrittore a tempo pieno. Gli inglesi se la sono sempre cavata bene con i romanzi catastrofici quindi ecco arrivare nel 1962 quel capolavoro che è DESERTO D’ACQUA o IL MONDO SOMMERSO (The Drowned World), dove una catastrofe climatica precipita la Terra in una situazione da Triassico, in una giungla uterina nella quale l’acqua la fa da padrona, con reminiscenze del Cuore di Tenebra di Conrad. Ballard inizia ad attirarsi critiche per la tendenza all’autoimmolazione di molti suoi personaggi e per il suo pessimismo manifesto.
Arrivano altri due romanzi cataclismatici, TERRA BRUCIATA (The Burning World, 1964, rivisto come The Drought, 1965) e il fixup FORESTA DI CRISTALLO (The Crystal Forest, 1966). Storie dove l’amore per la morte impera, molto apprezzate e lodate da Kingsley Amis e Michael Moorcock. Nel 1964 un suo racconto, IL GIGANTE ANNEGATO, contenuto nella già citata antologia The Terminal Beach, riceve una nomination per il Nebula, che però non vincerà. Ballard è ormai una figura dominante della New Wave di fine anni ’60, esercita un’influenza diretta su alcuni autori, come Charles Platt e M. John Harrison e in anni più recenti, in un’altra generazione di scrittori, uno come Jeff VanderMeer descriverà città dal sapore ballardiano alla fine del Tempo.
JGB inizia una nuova serie di racconti, che lui stesso chiama romanzi condensati, che sfoceranno nella raccolta LA MOSTRA DELLE ATROCITA’ (The Atrocity Exhibition, 1970, come Love and Napalm: Export USA, 1972), storie molto impegnative sui media, sulla politica e sulla guerra, dove compaiono Marylin Monroe, i Kennedy e Ronald Reagan, e che gli provocheranno ulteriore ostilità.
Nel 1973 arriva il non facilissimo da digerire CRASH (Crash), romanzo definito di SF “pornografica”, con sesso, morte e mutilazioni varie in un’elegia dell’incidente automobilistico, che investiga il rapporto tra l’uomo e la macchina.
Uno di coloro che lesse in anteprima il romanzo per conto di un editore, scrive così sul manoscritto: “L’autore di questo libro è al di là di un aiuto psichiatrico”… Crash avrà anche una versione cinematografica con lo stesso titolo nel 1996, di David Cronenberg, un altro che a livello di eventuali (inutili) aiuti psichiatrici se la cava bene…
Ecco quindi L’ISOLA DI CEMENTO (Concrete Island, 1974) e soprattutto CONDOMINIUM (High-Rise, 1975), sul crollo ad ogni livello mentale, sociale e strutturale che avviene negli appartamenti di un grande palazzo, forse il suo romanzo più amato ed apprezzato in Italia. Anche questo avrà una versione cinematografica nel 2016, piuttosto scialba e dimenticabile.
Negli anni ’70 scrive diversi altri racconti che verranno raccolti in antologie come ad esempio LA CIVILTA’ DEL VENTO (Low-Flying Aircraft, 1976), negli anni seguenti escono altre raccolte, spesso inedite da noi, ricordiamo MITOLOGIE DEL FUTURO PROSSIMO (Myths of the Near Future, 1982) e compariranno comunque antologie come TUTTI I RACCONTI (The Complete Short Stories of J.G.Ballard, 2001).
SOGNO S.P.A., già citato più sopra come unica opera che gli fruttò un premio, è un fantasy del 1979, in cui il protagonista in seguito a un incidente aereo, muore e rinasce e si ritrova intrappolato nella cittadina di Shepperton (dove abitava Ballard), e scopre di avere la capacità di tramutarsi in vari animali e di trasformare la città in un giardino di fiori esotici. Più oscuramente però è anche in grado di assorbire esseri umani per poi espellerli dal suo corpo.
Nel 1981 viene pubblicato ULTIME NOTIZIE DALL’AMERICA (Hello America) nel quale ritroviamo un cataclismatico cambiamento climatico che trasforma profondamente gli Stati Uniti, con nuovi deserti e foreste tropicali assortiti nelle sue grandi città.
Ballard a questo punto abbandona la SF e fa uscire quello che risulterà il suo maggiore successo commerciale, L’IMPERO DEL SOLE (Empire of the Sun, 1984), che, come già detto all’inizio, racconta delle sue esperienze giovanili da prigioniero dei giapponesi. E’ un romanzo di guerra, ben sviluppato dal lato psicologico, in cui comunque i “vecchi” lettori SF di JGB ritrovano i suoi desolati paesaggi dell’anima, con edifici distrutti e abbandonati e aerei abbattuti.
Il romanzo avrà anche la fortuna di diventare un film di Steven Spielberg nel 1987, cosa che lo renderà ancora più noto.
Arriverà anche un seguito, LA GENTILEZZA DELLE DONNE (The Kindness of Women, 1991), decisamente autobiografico, ma con pochissime tracce SF.
Altre sue memorie personali usciranno più avanti con I MIRACOLI DELLA VITA (Miracles of Life: Shanghai to Shepperton: An Autobiography, 2008).
Dopo L’Impero del Sole Ballard sforna altri racconti e romanzi, anche se perde in parte la forza dei suoi inizi, ritornano le sue giungle lussureggianti, anche se in questo caso dalla vita effimera, in IL GIORNO DELLA CREAZIONE (The Day of Creation, 1987), quindi seguiranno UN GIOCO DA BAMBINI (Running Wild, 1988), IL PARADISO DEL DIAVOLO (Rushing to Paradise, 1994), COCAINE NIGHTS (Cocaine Nights, 1996), SUPER-CANNES (Super-Cannes, 2000), MILLENNIUM PEOPLE (Millennium People, 2003), REGNO A VENIRE (Kingdome Come, 2006).
Scrittore spesso discusso, non sempre amato, ma vale anche il contrario, avendo una notevole schiera di ammiratori che hanno apprezzato la sua opera, ha indiscutibilmente dato una sferzata al mondo della SF, che spesso si compiace e si addormenta un po’ stancamente su sé stesso, e con Philip K.Dick resta lo scrittore che più ha influenzato con grande vigore, plasmandolo per noi in una nuova maniera, il connubio tra il mondo che ci circonda e il nostro spazio interiore.
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La maggior parte della città era da tempo scomparsa, e solo gli edifici con struttura in acciaio del quartiere commerciale e finanziario del centro avevano resistito alla furia dell’acqua. Le case di mattoni e i capannoni industriali della periferia erano completamente sepolti sotto le dune di sedimenti in moto. Dove queste arrivavano alla superficie, foreste gigantesche si levavano verso il cielo verde opaco, ricoprendo quelli che una volta erano stati i campi di grano dell’Europa temperata e del Nord America. Impenetrabili foreste vergini, alte talvolta fino a cento metri, erano un incubo di forme organiche in lotta fra loro, rapidamente decadenti verso il loro passato Paleozoico.
DESERTO D’ACQUA (The Drowned World, 1962)