Storie da incubo, a cura di Stephen Jones

Di mattina do il buongiorno ai fiori, coi loro boccioli rossi e gialli che sgorgano dalle teste dei cadaveri morti da tempo, ma che non vogliono marcire. Quelli si spalancano rivelando i loro piccoli cervelli neri e le antenne piumate, poi sollevano i petali in su e gemono. Ne traggo un piacere selvaggio. Per un momento folle, mi sembra di essere un cantante rock che appare davanti al suo pubblico dagli occhi adoranti.

(da “Piccoli punti stretti nella schiena di un morto” di Joe R. Lansdale, trad. di Daniele Bonfanti)

 

Con Storie da incubo, antologia curata dall’esperto inglese Stephen Jones e proposta in Italia dalla  Independent Legions, il lettore che non frequenta abitualmente i sentieri dell’horror, ma non teme di sperimentarne i brividi, può farsi un’idea di questo genere e delle sue innumerevoli sfaccettature.

I nomi degli autori (per la maggior britannici, con qualche illustre statunitense) da soli sono indizio di qualità, tipo Brian Lumley, Neil Gaiman, Harlan Ellison, Christopher Fowler, Tanith Lee, Joe Lansdale o Ramsey Campbell.

Alcuni dei sedici racconti qui raccolti sono già stati presentati nel nostro paese ma, in ogni caso, i lavori sono stati sottoposti a nuova traduzione. Non mancano comunque le novità, come nel caso della short story “Bestie” (These Beasts, 1995, trad. di Nicola Lombardi), scaturita dalla penna della compianta Tanith Lee, con la collaborazione del marito John Kaiine: una storia ascrivibile all’immaginario dark fantasy che l’appassionato di questa scrittrice londinese non può farsi sfuggire. Non solo il racconto della Lee è il primo inedito a essere tradotto dopo una pausa di circa sei anni ma presenta una storia che, per le atmosfere e lo stile fiabesco con cui è narrata, potrebbe benissimo essere ambientata nel meraviglioso mondo della Terra piatta (protagonista di una leggendaria serie, composta da una infinità di lavori). Molte le suggestioni che spingono verso questa attribuzione.

Stephen Jones e Storie da incubo

Chi scrive poi ha provato piacere particolare nel (ri)leggere il lavoro di Joe Lansdale, “Piccoli punti stretti nella schiena di un morto” (Tight Little Stitches in a Dead Man’s Back, 1986, trad. di Daniele Bonfanti), un vero e proprio capolavoro post-apocalittico, intenso, struggente, addirittura commovente nella sua parte conclusiva. Il protagonista, scampato all’olocausto atomico ma incapace di perdonarsi per essere sopravvissuto alla figlia, è pronto ad affrontare una fine orribile pur di rivivere, per un solo istante, l’abbraccio dei propri cari. Ugualmente indimenticabile la storia, agghiacciante, di Harlan Ellison, “Nel quarto anno della guerra” (In the Fourth Year of the War, 1979, trad. di D. Bonfanti), che conferma la personale convinzione che questo scrittore, recentemente scomparso, non abbia avuto nel nostro paese il giusto riconoscimento. A concludere il volume “Bisogno di fantasmi” (Needing Ghosts, 1990, trad. di D. Bonfanti), romanzo breve dell’inglese Ramsey Campbell, altra leggenda di questo mondo, in cui il lettore vede materializzarsi, uno dietro l’altro, gli incubi che perseguitano l’inconscio di ogni scrittore.

Preferenze personali a parte, ogni racconto di questo libro straordinario fornisce spunti per ulteriori letture e approfondimenti, anche a chi è solito bazzicare i vicoli tenebrosi dell’orrore scritto, soprannaturale o psicologico. Sedici racconti per altrettanti percorsi da intraprendere. Con un’unica avvertenza, come ammonisce Stephen Jones nell’introduzione: “non leggeteli di notte!”

 

Indice dei racconti:

“Il viadotto”, di Brian Lumley (The Viaduct, 1976).

“Spindleshanks”, di Caìtlin R. Kiernan (Spindleshanks, 2000).

“Ritorno a casa”, di Sydney J. Bounds (Homecoming, 1975)

“Chi nutre e chi mangia”, di Neil Gaiman (Feeders and Eaters, 1990, 2002)

“Niente di lui svanirà”, di Poppy Z. Brite (Nothing of Him That Doth Fade, 2000).

“Lo sfortunato”, di Tim Lebbon (The Unfortunate, 2000, 2002).

“Uno di noi”, di Dennis Etchison (One of Us, 2001).

“C’è qualcuno?”, di Kim Newman (Is There Anybody There?, 2000).

“Cara Alison”, di Michael Marshall Smith (Dear Alison, 1997, 2002).

“Le pettegole”, di Basil Copper (The Gossips, 1973).

“Nel quarto anno della guerra”, di Harlan Ellison (In the Fourth Year of the War, 1979).

“Invasione dall’inferno”, di Hugh Cave (Invasion from Inferno, 1937).

“Il camino Art Nouveau”, di Chistopher Fowler (The Art Nouveau Fireplace, 1989).

“Bestie”, di Tanith Lee (These Beasts, 1995).

“Piccoli punti stretti nella schiena di un morto”, di Joe R. Lansdale (Tight Little Stitches in a Dead Man’s Back, 1986).

“Bisogno di fantasmi”, di Ramsey Campbell (Needing Ghosts, 1990).

 

AA.VV. (a cura di Stephen Jones), STORIE DA INCUBO (Keep Out the Night – By Moonlight Only), traduzioni di Daniele Bonfanti, Nicola Lombardi e Francesca Noto, Independent Legions Publishing, collana Black Springs, 400 pp., 2019, prezzo di copertina € 16,70 (ebook € 5,99).