Un delitto al rosmarino, di Fabio Larcher

Wylo Helig, nel frattempo, stava sorvolando la città. Il Tamigi era affollato di barche e chiatte d’ogni genere e sfolgorava come argento ossidato alla luce del primo pomeriggio. All’elfo piaceva osservare la pigra corrente del fiume, giacché contrastava singolarmente con la marmaglia umana frenetica, intenta a genuflettersi di fronte all’Utile, al Guadagno, e ad altre divinità miserabili, che si era fabbricata da sé, allo scopo (sembrava) di aumentare il proprio carico di dolore nella vita.

Londra. Ottobre 1885. Lord Latymer, diciassettesimo duca di Bifrostholl, viene trovato cadavere nella propria biblioteca, in condizioni… ehm… equivoche. La giovane vedova, per ovviare allo scandalo che sta per abbattersi sul casato, è costretta a chiedere aiuto al famoso consulente investigativo Wylo Helig. Ma Wylo usa metodi (e ha maniere) a dir poco eteredossi, giacché non è un uomo. No, Wylo Helig è un elfo esiliato dal rivale Gwyn Gwisgo nel nostro mondo e, per risolvere i casi di omicidio che gli vengono sottoposti, non usa affatto la logica e la razionalità, ma la magia e l’irrazionalità tipiche degli elfi e delle fate del folklore inglese. In questa prima avventura (altre ne verranno, in un prossimo futuro), Wylo avrà a che fare con professori dalle bizzarre inclinazioni, servette procaci, villici spudorati, aspiranti alchimisti e aristocratiche apparentemente algide, e il suo carattere brutale, egocentrico, vanesio, crudele e folle si dovrà scontrare con la “normale” anormalità degli esseri umani. Un romanzo d’investigazione, ma anche un fantasy condito con un pizzico di horror e abbondante umorismo.

E’ un detective sui generis quello che si muove nella Londra di fine XIX secolo, la metropoli fumosa e corrotta descritta nelle pagine di Charles Dickens e dalle cronache legate a Jack lo squartatore. Lontano dal metodo investigativo tradizionale e molto meno ligio alla deontologia professionale del celebre Sherlock Holmes, Wylo Helig si cimenta in questo primo caso sfoggiando tutte le sue capacità, più o meno magiche e più o meno convenzionali.

Fabio Larcher, autore classe 1974 già noto per il fantascientifico Calasperio (2016), continua qui con gli omaggi agli scrittori preferiti e soprattutto con gli esperimenti e gli innesti letterari, fondendo in questo caso specifico urban fantasy dal sapore vittoriano e giallo deduttivo, nell’accezione particolarmente amata da sir Arthur Conan Doyle.

Sebbene lo spiccato gusto per il grottesco, il nonsense e una sottile vena di perverso erotismo possano avvicinare questo romanzo breve al genere Bizzaro Fiction, UN DELITTO AL ROSMARINO è un (ottimo) esempio di new weird nel senso più pieno del termine, con un protagonista singolare, tanto sagace quanto perfido, che agisce però in un contesto verosimile e coerente. Anche lo stile, gustosamente retrò e piacevolmente scorrevole, aiuta il lettore ad apprezzare la storia ricca di umorismo, suggestioni e rimandi.

Un’opera veloce da leggere ma non meno appagante, se si apprezzano le contaminazioni tra generi e non si disdegna un pizzico di political incorrect.

Per maggiori informazioni su Fabio Larcher e i suoi lavori (che comprendono un ulteriore episodio dell’elfo investigatore) si può visitare il blog: http://fabiolarcher.blogspot.it/.

Fabio LARCHER, Un delitto al rosmarino, A.Car Edizioni, 2017, 125 pp., prezzo di copertina 12,50 €.